Il Natale dei diritti

Beh, è un bel pensiero quello del sindaco Vincenzi chiamare Jovanotti a festeggiare la fine del 2008 a Genova. Ha detto che si tratta di una scelta chiara da un punto di vista politico. Il cantante – che, banalizzando, è la versione italiana di Manu Chao – è diventato col tempo e con il successo un guru positivo per le nuove generazioni. Quello che fa, lo fa bene: è una garanzia. Almeno si spera.


Per espressione del primo cittadino il Capodanno in questo modo vuole essere una festa più bella, carica di significati, e di speranze per il futuro. L’anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo rende tutto più semplice, ampliando la portata del momento: speriamo che le buone intenzioni, espresse anche da Nando Della Chiesa, trovino soprattutto un seguito. Ma Jovanotti non è ancora l’arcangelo Gabriele e nulla “puote” più di tanto sul corso delle cose locali. Se per grazia ricevuta fosse dotato di poteri celesti a lui chiederei per Genova almeno tre doni. La realizzazione di quei diritti che sembrano essere più impellenti.
Partirei dal “diritto alla manutenzione” che per il cittadino vuol dire moltissimo per il suo ben essere, per non sentirsi preso in giro, perché soprattutto paga. Non ci sono più un parco, giardino, aiuola facilmente fruibili; le crose che erano la ricchezza nostra stanno drammaticamente invecchiando così quando piove le strade sono sempre allagate, spesso le lastre di granito spezzate e le pietre nascondono trabocchetti pieni d’acqua. Alcune difficoltà dell’andare a piedi senza parlare di quelle enormi del traffico veicolare o dei catastrofici servizi pubblici.
Come secondo dono gradirei l’affermazione assoluta del diritto alla legalità anche se, dobbiamo dircelo, a questo punto, si tratta di un diritto ormai minoritario. “Mai più seconde file”: a Marassi, a Quezzi, a San Fruttuoso, in Corso Europa si “slalomeggia” tra impudenti – parcheggianti – lampeggianti ad ogni ora del giorno e della sera. Qualunque sosta è lecita…per qualche minuto, ora, giorno, mese…ci si abitua alla sosta in divieto e poi un bel dì si viene puniti tutti assieme: è una nuova strategia dissuasiva o la mancanza totale di una strategia di educazione stradale?
Diritto alla legalità è soprattutto fare cessare gli accoltellamenti, non si può accettare che degli adolescenti ci rimettano la vita per questioni di onore. Ci vuole più attenzione, più sensibilità, più opportunità di quelle offerte da una discoteca.
Infine, al posto della mirra, chiederei il diritto alla cultura, all’informazione, alla diversità, alla valorizzazione delle potenzialità che la città esprime, augurandomi una crescita culturale generalizzata, frutto dell’incontro tra le generazioni e dello svecchiamento del sistema di relazioni e degli apparati. Una più arruffata creatività autenticamente innovativa che sappia utilizzare meglio storia e tradizione, economia e porto, traffici e comunicazioni. Insomma una città come le altre, non la vecchia cara squallida fiera del libro di Galleria Mazzini.
Jovanotti – e non solo lui mi sa – si dovranno ben “disbelinare” nel 2009 se ci vogliono far contenti.
(Elio Rosati)