Ilva – Topi in attesa del pifferaio

Regione Liguria, 9° piano di via Fieschi, martedì 23 dicembre 2008. Gruppo sindacale in un interno. L’incontro doveva avere la leggerezza dell’accordo concluso. Assessore, funzionari e delegati avevano visionato i fogli relativi a un piccolo rimborso per i lavoratori Ilva al quarto anno di cassa integrazione straordinaria. Poi il discorrere pacato, la presa d’atto adulta e consapevole che di rientro al lavoro – quello vero – non c’era sentore. Uno scrollare di spalle, seguito alla resa davanti all’inesorabile che, in certe riunioni non trova mai una forma compiuta, ma è fatto di mezze parole, allusioni; attesa e inerzia.
“Ma voi avete valutato una soluzione politica per questa faccenda?” chiede lei.


“No!” Indispettito, l’assessore la guarda, roteando l’indice accanto alla tempia, circondato da funzionari e delegati che – in rispettosa attesa – attendono la battuta. “Lei è come un topino che gira nel cervello” dice.
Ufficio prestigioso quello dell’assessore. Tavolo ovale, divani neri, un angolo retto di vetrate spalancate su palazzi grigi e cielo. Un luogo dove non sta bene fare domande inopportune. Che chissà cosa è venuto in mente alla delegata sindacale delle acciaierie di non distinguere, di essere così diretta. Sfacciata o almeno insolente come un topino.
“Se io sono un topino, venga ad assistere ad una riunione sindacale delle nostre, vedrà quanti topi potrà incontrare…”
Perché lei, invece, ha nel cervello il contaminuti dei mesi – otto – che separano i cassintegrati dal rientro in una fabbrica dove oggi non si produce nulla, e la consapevolezza che il tempo per soluzioni occupazionali alternative sia davvero esiguo. Ha, nel cervello, le facce dei colleghi e l’idea che il sindacato debba essere luogo per domande scomode, dettate dall’urgenza.
Topino. La foto amicale dell’assessore accanto a Diliberto evoca l’immagine di una politica in grado di ascoltare, solidale, attenta. Topino. Ricorrere a cartoni animati e favole per trovare senso e metafora dell’essere lì, a farsi sbeffeggiare paternamente dall’assessore.
Come Minnie? No, troppo dolce. Tom e Jerry? Nemmeno. Geronimo Stilton? O il pifferaio di Hamelin? Certo! E’ quella la storia. Ma come riuscirà a incantare i topi dell’Ilva?
(Giovanna Profumo)