Quarto potere 1. Se i vescovi sostituiscono la critica laica assente

La discussione -siamo in un regime, no, non si tratta ancora di vero regime- è già di per sé inquietante; poi una sera, a Genova, capiti al Bagdad Cafè, incontri Marco Travaglio coi suoi ultimi libri (dopo le 60.000 copie di “Bananas” sta uscendo “Montanelli e il Cavaliere”), e ascoltando i suoi racconti “dallo stato semilibero di Berlusconia”, sorridi amaro, sobbalzi, ti indigni, ma soprattutto ti togli ogni dubbio sul fatto che da strisciante il regime è diventato ormai soffocante.


La conferma non viene soltanto dal pesante giogo televisivo che sta schiacciando l’opinione pubblica, ma anche dal conformistico atteggiamento dell’informazione in genere, carta stampata compresa, con i suoi omissivi silenzi e non casuali distrazioni.
Esemplare è il caso del penoso show offerto dal prete-crociato di FI, in occasione della convention berlusconiana di Palermo: eccolo Baget Bozzo prima ricevere l’abbraccio del suo amato leder maximo (e per l’emozione gli cadono addirittura i pantaloni), quindi correre in tv, alla 7, quella ritenuta “alternativa”, per raccontare nientemeno che da vent’anni lui sente le voci. Qualcuno lo temeva già dai tempi di Craxi, definito allora l’”unto dal Signore”, ma stavolta il nostro si supera, testimoniando di avere appreso direttamente dal cielo che fu lo Spirito Santo, e non altri, a far scendere in campo il Cavaliere per salvare l’Italia dai cattocomunismi alle porte.
Ora, di fronte ad affermazioni così stravaganti, pronunciate in tutta serietà e -si deve ritenere- lucidità, da un religioso che mette la sua toga, oltre che la sua vasta cultura, al servizio di una causa politica così poco evangelica, c’era da aspettarsi una serie di reazioni divertite o perplesse se non scandalizzate nel mondo dei media. Invece niente. I giornali non c’erano o chi c’era dormiva. Soltanto la Cei qualche giorno dopo ha sentito il bisogno di sconfessare con un comunicato ufficiale l’ex teologo di Siri, precisando che lo Spirito santo non ha avuto alcuna parte, né alcuna responsabilità, nell’avventura berlusconiana. Fortunatamente.
Ma se dobbiamo aspettare i vescovi per correggere certe bizzarrie paranormali, sorge il dubbio che alcuni presidi fondamentali a difesa della razionalità laica -quali ad esempio il diritto all’informazione e alla libera espressione- abbiano già alzato bandiera bianca.