Soccorso – L’emergenza dà i numeri

Per strada non può sfuggirmi il 112 giallo sullo sfondo blu della bandiera europea, in mezzo alle sue stelline, è su una ambulanza in sosta. Ma non era il 118 il numero della emergenza? Parlo con il conducente, mi spiega che si certo si fa confusione con il servizio dei Carabinieri, che però la colpa è tutta italiana. Chissà perché ogni volta che c’è di mezzo l’Europa, l’Italia deve starne fuori. Essì, perché il 112 che in Italia è gestito dal 1981 dall’Arma dei Carabinieri, è anche dal 1992 il numero europeo per la richiesta di soccorso: dal 1992! Fin qui saremmo anche abituati alla solita inadeguatezza di chi governa ignorando le direttive UE, a parte che il 112 italiano non rispetta nemmeno gli standard richiesti dalla norma e non lo fa da tanti anni, al punto che la UE ha deciso di aprire formalmente una procedura di infrazione e forse salassarci con una bella multa di quelle con tanto zeri.


La storia nasce già nel 1991, quando mentre il 112 in Italia era già usato per un altro servizio, la UE decide di assegnarlo a livello continentale al servizio di emergenza, con tutta una serie di caratteristiche quali la disponibilità costante 24×365 e la tracciabilità geografica del chiamante per agevolare i soccorsi, tra le principali.
Mi imbatto anche in un sito di quelli istruttivi (http://www.118bimbi.it), dove si vuole fornire un sistema per insegnare ai bambini a chiamare il soccorso. Faccio la prova, alla fine di un cartoon dove il solito papà pasticcione si martella la solita mano col solito martello, il bambino viene invitato a chiamare il soccorso e gli si dà l’ok se chiama il 118. E se invece chiamasse il 112? Beh, un Carabiniere con un bel sorriso lo invita a richiamare il 118, perché il 112 è il numero dei Carabinieri! Si fa netta differenza tra Carabinieri, Pompieri e assistenza medica, per cui se il bambino prova a chiamare il 118 per un incendio lo rimandano al 115, se chiama il 112 per una martellata viene rimandato al 118, e via così. Per concludere con un bambino molto piccolo che pestando a caso i tasti del telefono finisce per chiamare il numero di emergenza inutilmente: il messaggio stranamente punisce il bambino (“questo è un numero di emergenza , non si fanno gli scherzi telefonici!”) invece che il papà disattento che lascia in giro il telefono, speriamo che non gli chiami un 144.
Alla fine del test l’immagine che se ne trae è quella di un grande disordine, si ha la profonda percezione del sistema italiano. Senza contare che si sta dando una informazione inesatta, infatti per legge sia il 118 che il 112 sono entrambe numeri di emergenza, con un 118 che andrà necessariamente a morire col tempo.
(Stefano De Pietro)