Migranti – Gli analgesici della politica

Maroni in questi giorni è riuscito a dire che nessuno più di lui e del governo ha a cuore la difesa delle vite umane: infatti la gente è stata presa a bordo, non li hanno lasciati annegare. La parte di elettori di destra che vuole sentirsi cattolica avrà preso le sue parole come se fossero vere, sollevata alla prospettiva di poter continuare a considerarsi “buona”. Severa, sì. Ma buona. Rispettosa della vita, prima di tutto: embrioni, Eluana e clandestini.


Sull’altra sponda ci sono le parole chiare di Franceschini, ma c’è anche Fassino che propone “di aprire uffici in Libia e negli altri Paesi in cui lo si ritenga utile, a cui si possa rivolgere chiunque voglia chiedere asilo… Le commissioni ministeriali che devono valuta­re la concessione si recheranno periodicamente sul posto per decidere chi ha diritto e chi no …”.
Fassino parla come se tutto questo fosse vero, o almeno a portata di mano, e fa balenare a chi ascolta una visione nord europea di uffici efficienti, di impiegati cortesi e competenti, di gente in attesa che sfoglia riviste. La parte di elettori di centro sinistra che sogna (anche lei) di poter essere “buona” e insieme “ragionevole”, “di sinistra” ma anche “realista”, di poter tenere sempre insieme la botte piena e la moglie ubriaca può essergli grata, e abbandonarsi a questa “vision” con senso di sollievo.
Analgesici politici per chi non regge la realtà e le sue contraddizioni insanabili. Roba da banco che si può ottenere senza ricetta, anche se causa assuefazione.
(Paola Pierantoni)