Migranti – L’accesso “ad ostacoli” al pubblico impiego

Intervistata il 28 maggio 2009 da Radio 24Ore, la segretaria della Funzione Pubblica CGIL ha detto che con la decisione di non ammettere i cittadini immigrati al concorso per operatori socio-sanitari, l’ospedale San Martino è recidivo, che sono almeno una decina i ricorsi vinti nella nostra città da cittadini immigrati contro il San Martino, il Galliera e l’ASL3.
Infatti, il primo è stato vinto nel 2001 da un infermiere professionale marocchino con la sentenza, n. 129/2001, del TAR Liguria.


“La norma sulla quale ci basiamo non è arcaica, è del 2001”, ripetono a San Martino, bene, ma allora come spiegano l’ennesimo ricorso vinto sempre nei loro confronti, a giugno del 2008, da un’infermiera dell’Ecuador? La relativa ordinanza, n. 3749/2008, del Tribunale di Genova, si basa anche sulla convenzione OIL n. 143 del 1975, ratificata dall’Italia nel 1981 con legge n. 158/1981.
La convenzione impegna ogni membro a garantire ai lavoratori immigrati pari opportunità e trattamento in materia di occupazione e di professione, di sicurezza sociale, di diritti sindacali e culturali, ed impegna ciascun Stato ad adottare i provvedimenti legislativi e di altra natura necessari per l’applicazione della convenzione. La curiosità è che l’Italia era uno dei soli due paesi europei che allora hanno sottoscritto la convenzione e che l’ha fatto in quanto paese d’emigrazione per tutelare i lavoratori italiani immigrati all’estero. L’ordinanza afferma inoltre che il requisito della cittadinanza, di cui al decreto legislativo 165/2001, deve essere riferito allo svolgimento di determinate attività che comportino l’esercizio di pubblici poteri o di funzioni di interesse nazionale, in caso contrario si verrebbe a determinare un comportamento discriminatorio.
Comunque, sembra che nel settore sanità in Liguria non ci saranno più problemi: il Galliera, dopo un ricorso vinto ha concordato con il sindacato un nuovo regolamento dove non c’è più il requisito della cittadinanza e l’assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo, ha chiesto al San Martino di rivedere la propria decisione e di ammettere i cittadini immigrati al concorso.
Non è così nel trasporto dove è invece davvero arcaica la norma sulla quale si basano le aziende di trasporto per rifiutare l’ammissione dei non italiani ai concorsi, si tratta di un Regio decreto del 1931. Non è cosi nemmeno per gli immigrati che si rivolgono ai Centri per l’Impiego gestita dalla Provincia di Genova, per iscrivesi alla lista dell’ex art. 16 per impieghi fino al quarto livello nel pubblico impiego. I centri per l’Impiego sono gestiti dalla Provincia di Genova, la stessa che ha modificato il proprio regolamento e non chiede più il requisito della cittadinanza per chi intende diventare impiegato della Provincia.
Insomma, c’è ancora molto da fare, occorre ogni volta una battaglia giudiziaria. Sarebbe ora che lo stato modifichi la legge altrimenti sarà una sentenza della Corte Costituzionale a fare giustizia.
(Saleh Zaghloul)