Migranti – Assegno vietato per i troppo poveri

Un cittadino marocchino divenuto invalido in seguito ad un incidente sul lavoro chiede all’INPS l’assegno d’invalidità ai sensi della legge 118/1971, ma la sua domanda viene rifiutata per mancanza della carta di soggiorno. La legge 388/2000, art. 89 infatti dispone che per avere diritto a provvidenze economiche di natura sociale è obbligatorio un permesso di soggiorno di lungo periodo, cioè la carta di soggiorno. Solo che, per ottenere la carta, l’immigrato deve dimostrare di possedere almeno un certo livello di reddito.
Il cittadino marocchino ricorre, e il Tribunale di Genova (ordinanza n. 635/09 del 17.04.2009) gli dà ragione, affermando che è sufficiente il permesso di soggiorno. La decisione del tribunale aveva una solida base: infatti la Corte Costituzionale, con due sentenze (306/2008 e 11/2009), aveva già dichiarato l’incostituzionalità della legge 388/2000, nella parte in cui esclude dal diritto alla indennità di accompagnamento e alla pensione di invalidità i cittadini immigrati soltanto perché non avevano i requisiti di reddito necessari per il rilascio della carta di soggiorno.


Se ci si pensa, in effetti, la cosa è buffa: escludere alcuni invalidi (gli immigrati) da un sostegno al reddito perché sono troppo poveri.
L’Inps comunque non bada alle incongruenze, e nonostante il pronunciamento della Corte Costituzionale non ha ancora diramato una circolare correttiva, per cui gli uffici periferici continuano a chiedere l’esibizione della carta di soggiorno.
La grettezza di queste misure di risparmio (?) risulta ancor più evidente se si tiene presente la situazione che fa da sfondo a questa vicenda:
– nel 2007 i contributi previdenziali versati dai lavoratori immigrati nelle casse dell’INPS ammontavano a 7 miliardi di euro, circa il 4 % del totale.
– Nel 2006 i lavoratori immigrati hanno contribuito al PIL con 122 miliardi di euro pari al 9,2% ed hanno versato circa 7 miliardi euro in tasse ed imposte.
– Il welfare italiano è orientato prevalentemente (circa l’80 % della spesa) verso prestazioni e servizi per anziani, di cui gli immigrati beneficiano in minima parte, dato che, ad oggi, la loro età media in Italia è di 31 anni.
La cosa curiosa è che la norma (incostituzionale) che usa la carta di soggiorno per escludere gli immigrati regolari dalle prestazioni economiche della previdenza sociale è stata introdotta da un governo di centro sinistra.
Fino a quando non ci sarà una sincera convinzione che in democrazia i diritti sono uguali per tutte le diversità, per molti sarà sempre più difficile scegliere per chi votare.
(Saleh Zaghloul)