Internet – Dal 1948 una legge per il web

A volte sembra che chi fa le leggi che regolano internet, usi internet solo per scaricare la posta, o più facilmente paghi qualcuno perché si occupi di questa laboriosa faccenda. Il risultato è che ogni normativa che tenti di regolamentare internet è destinata a non funzionare, a essere disattesa, o semplicemente a essere ritirata. Perché è stata scritta da chi internet non lo conosce e che cerca, ciecamente, di applicare norme e criteri nati altrove e che non funzionano su internet.


L’ultima perla arriva con la famigerata legge sulle intercettazioni, che sarà a breve discussa al Senato. La legge introduce, nell’articolo 15, una norma che estende anche ai “siti informatici” le procedure di rettifica delle informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti.
Cos’è un sito informatico?
Di norma tutto quanto, sulla rete, produca ‘contenuti’: sia esso un sito professionale o il blog di un ragazzino o una casalinga.
Od OLI.
Cosa è l’obbligo di rettifica?
Poniamo che sul mio blog qualcuno, chiamiamolo Caio, scriva un commento in cui critica pesantemente Tizio. Cosa succede oggi? Nel mondo reale Tizio si collega al mio blog, vede il commento di Caio e risponde per le rime alle critiche che ha ricevuto da Caio, o risponde sul suo blog alle falsità scritte nel mio blog.
E’ il bello di internet, le informazioni si muovono continuamente, c’è scambio di opinioni.
Secondo la legge no. Secondo la legge Tizio deve mandare a me, “gestore del sito informatico”s una comunicazione in cui chiede ufficialmente che sia inserita una rettifica in calce al commento scritto da Caio. Io ho 48 ore per inserire la rettifica. Se non lo faccio pago svariate migliaia di euro di multa.
Ci manca solo la richiesta di apporre un timbro con inchiostro sul monitor per autenticare la rettifica.
Il problema è chiaro: la norma applicata all’internet del 2009 è del 1948, appiccicata alla bene e meglio a internet come se internet fosse un quotidiano che esce ogni giorno e ogni giorno muore, come se i blogger (sempre meno) fossero giornalisti pagati da un editore e come se chi viene criticato su internet non avesse gli strumenti per rispondere. Non che non esista il problema della diffamazione su internet, ma la legge è semplicemente inapplicabile e ingiusta. Vi immaginate se domani Berlusconi mandasse una e-mail a Facebook chiedendo che venga apposto a ogni commento, stato, nota, foto, video che lo riguardano una personale rettifica in cui spiega che c’è un complotto nei suoi confronti? Ve lo immaginate? Ecco, anche io.
(Maria Cecilia Averame)