Grillo in libreria. La strategia della risata e quella dell’astensione

Eventi in libreria: Beppe Grillo e Paolo Pobbiati (di Amnesty International) presentano alla Feltrinelli “Web ergo sum” di Gianroberto Casaleggio. Lo spazio è raccolto, le sedie poche, il pubblico accetta di restare anche in piedi.


Tutti qui ad ascoltare gioie e dolori della rete? Assolutamente no. Il vero evento è lui, il comico, e le sue sferzanti battute. Lo capiscono l’autore, che esalta le potenzialità democratiche (di una democrazia non mediata) della rete e il co-presentatore Pobbiati. Quest’ultimo, nel ringraziare Casaleggio per aver deciso di devolvere i proventi delle vendite ad Amnesty, rapidamente spiega l’eccezione cinese: parole-chiave filtrate dal potere perché ritenute d’opposizione, navigatori in galera per le opinioni espresse attraverso internet… se poi pensiamo anche alla recente chiusura del sito di Indymedia, allora la situazione anche in occidente non è più così rosea.
Grillo prende rapidamente la parola, non per parlare della rete, sebbene vi faccia cenno, ma per ricordare gli attacchi alla Costituzione e alla Magistratura, per ridere sul “nano” al soldo della comicità e piangere per l’esistenza del Tronchetto-Provera dell’Infelicità (che ha più debiti del Signor Tanzi….)
Racconta fatti noti a chi non si accontenta delle notizie sottovuoto… Basta irridere il potere per eliminarne gli orrori? No. Per Grillo la strada è quella di “bypassare” i politici, scavalcarli perché nelle loro mani le parole perdono valore, defraudandoci tutti del nesso tra finzione e realtà.
Riappropriarsi dell’azione significa anche costringere il potere a prendere atto dell’avvenuta trasformazione della società.
Ci sono fili sottili che legano l’universo? E’ quello che ho pensato ascoltandolo, perché alla cittadinanza attiva fanno riferimento Paul Ginsborg nel suo recentissimo “Il tempo di cambiare”, Arundhati Roy (“Il cambiamento radicale, allora, non può essere negoziato dai governi, può solo essere imposto dalla gente”) in un articolo apparso sulla rivista Internazionale del 29 ottobre, e José Saramago nel suo ultimo romanzo (Saggio sulla lucidità), ipotizzando un’opposizione espressa attraverso il diritto a votare scheda bianca.
Certo, alleggerire i discorsi con la forza rivoluzionaria della risata ha il pregio di scendere al cuore delle cose, di farlo disarmando il potere mettendone alla berlina i vizi nascosti. Ma, sia che si viaggi con la fantasia, sia che si raccontino esperienze politiche dirette o si analizzino gli “imperi”, resta un dato determinante: la nuova democrazia parte dal rifiuto della delega, dal coinvolgimento diretto e dalla trasformazione, in primis, del proprio modo di vivere. Un nuovo significato da attribuire alla parola “partecipazione”.
(Tania Del Sordo)