Politica – La Liguria turistica dove gli hotel chiudono

Dagli anni novanta è svaporato un tesoretto di oltre 2 milioni di notti rispetto ai 14 milioni attuali, eppure l’apporto del turismo al Pil della Liguria è l’8%, dietro Vallèe e Trentino. Tengono gli arrivi, si accorciano i soggiorni: conseguenza di prossimità la nota dolente, con il 70% dei flussi da Piemonte e Lombardia.
Gli stranieri si vedono a frotte solo nelle protette Cinque Terre, patrimonio Unesco.


E’ tempo di programmi e verifiche elettorali e parola d’ordine è turismo “slow”, di qualità più che di quantità, non only beach, bensì una filiera per tutto l’anno di nautico, montano, sportivo, enogastronomico. Creati nuovi parchi, apprezzati dagli enti locali per gli appetitosi fondi europei, piste ciclabili lungo la ferrovia dismessa mentre porticcioli bipartisan fanno scempio di costa e spiagge. Tanto verde-mare con il successo degli agriturismi, oggi 600 contro i 45 di quindici anni fa e la ricettività alberghiera ridotta di un quarto. Per contrastare il trend la Regione, che fra il 2005 e il 2010 ha investito un centinaio di milioni di euro, ha varato una legge, definita “castrista” da alcuni operatori, tesa a tutelare il patrimonio alberghiero, che ne prevede mappatura, individuazione degli esercizi da dismettere e vincolo sugli altri, secondo piani per ora ampiamente disattesi dai comuni. Alcuni buoni interventi dunque e molte buone intenzioni, come al Comune di Genova, per cui il turismo è cavallo di battaglia. Intanto approva richieste di esclusione dal vincolo per cinque alberghi che, avendo meno di 50 posti-letto, ottengono modifiche di destinazione d’uso.
Peccato che uno degli hotel succitati sia a due passi dal Lido, corso Italia, una palazzina nel verde, con 16 camere, ovvero 32 posti-letto, che a vedersi dentro e fuori non pare impossibilitata a mantenere la presenza sul mercato: nel frattempo si propone il raddoppio della foresteria-ostello del Lido per la scarsa ricettività alberghiera in loco.
Peccato che altri due hotel siano situati a Nervi, dove da anni operatori e municipio invocano il rilancio turistico. Però è stato dato l’ok alle dismissioni del residence nei pressi di parco e mare, collegato ad una casa di riposo: un primo passo per smantellare o ampliare il tutto? Di così poco valore che si comunicano in delibera dati e foto errati. Alberghi a una stella, si dice, che incidono per meno del 10% sulla ricettività. Pazienza se a pochi metri dal mare. Nulla di male, non si è obbligati a fare gli albergatori, adeguarsi agli standard costa e perciò via alle residenze. Però dove la si immagina allocata la rete dei b&b da rafforzare, modello Cote d’Azur? Forse nello splendido entroterra da valorizzare, certo, ma qui la prima attrattiva resta il mare, dove piccoli hotel chiudono.
(Bianca Vergati)