Trasporti – La Valbisagno furibonda

Non fosse per la cementificazione anni ’60 e ’70, la Volpara e l’autostrada che la solca con i suoi pilastri, la si potrebbe chiamare a diritto la valle degli orti. Si tratta della Valbisagno. Non casuale l’assonanza con besagnino, fruttivendolo in genovese. Ormai valle fiorita di supermercati con parcheggi annessi e connessi, indicativi di un’alta densità di abitanti. Il verde resiste sui monti che la circondano, primo fra tutti il Diamante, e sul greto del torrente Bisagno, invaso di canne, arbusti e passiflora, oltre a reperti di archeologia contemporanea.


La realtà è meno bucolica e spesso, sebbene si respiri aria di paese, a San Gottardo, San Sebastiano e quartieri limitrofi si ha un’impressione di abbandono ed isolamento, anche per la qualità del collegamento garantito dai mezzi pubblici.
Venerdì scorso 19 marzo, alle 8.30 abitanti, commercianti e professionisti della zona si son dati appuntamento all’incrocio a valle tra via Piacenza, sua arteria principale, e via Emilia (foto). Nomi non casuali, che ricordano che quel lembo di terra stretto tra monte e torrente consente tuttora di raggiungere Piacenza attraverso la statale 45. In circa cinquecento, lasciandosi alle spalle uffici e negozi con le serrande abbassate, si sono diretti da lì sino a Palazzo Tursi, rendendo omaggio con una sosta all’AMI SpA prima ed alla Regione Liguria poi.
Il motivo di tanti km al grido di “Onda su onda, la Valbisagno è furibonda”? Il progetto di una busvia in Valbisagno, piovuto all’improvviso a fine gennaio scorso sui cittadini della zona.
Ad accorgersi per prima del piano viabilità attraverso un articolo de La Repubblica, Rosa Vagge, negoziante ed energica capofila del comitato No alla busvia, che ha guidato il corteo con il suo megafono informando i passanti ed invitandoli ad unirsi. Caparbia, informata, allarmata dai possibili scenari della futura viabilità. Ad alimentare la preoccupazione sua e di tanti nella zona, è stata anche la modalità di comunicazione del progetto da parte delle istituzioni alla cittadinanza. Poca chiarezza di primo acchito ha lasciato spazio a tante ipotesi. Condivisione non pervenuta ed un vago sentore di univocità nei confronti degli abitanti di una zona storicamente di sinistra, sensibili a temi ambientali e sociali, che fanno largo uso di mezzi pubblici, ne comprendono la necessità e sarebbero contenti di vederne incrementare il numero.
Le elezioni si avvicinano e c’è chi in città non attende altro che uno scollamento per cavalcare l’onda. Qualche intervento estemporaneo contro il sindaco nel corteo ne ha già dato prova. Suonano ancor più sinistri gli adesivi con scritto “No alla moschea” che sono apparsi sui muri di questi quartieri.
La proposta progettuale è stata bloccata, come annunciato dall’assessore Margini in municipio lo scorso 4 marzo. La breccia di Tursi di venerdì scorso ha confermato l’impegno del vice sindaco Pissarello a riunire una commissione che vagli progetti alternativi e li discuta ed integri con le istanze dei CIV e dal comitato del No alla busvia. Non sia mai che si riesca a stupire i volti scettici di chi attendeva fuori dal portone con effetti speciali: un esempio di politica partecipata? Staremo a vedere.
http://it.wikipedia.org/wiki/Val_Bisagno#I_.22bisagnini.22
(Maria Alisia Poggio)