Società – Rivoluzione farmaceutica in Ecuador

Peacereporter (*) e Greenreport (**) hanno pubblicato a febbraio 2010 l’ennesima importante notizia silenziata sulla stampa italiana, che nulla ha a che fare con escort e statuine del Duomo. Il Presidente dell’Ecuador Correa ha dato seguito ad un decreto legge, già approvato a Ottobre 2009, per cui lo stato ecuadoriano ritiene di essere autorizzato a produrre in casa una serie di farmaci necessari per la sopravvivenza dei suoi cittadini. Viene messo in pratica con un colpo di mano da premio Nobel un accordo che le case farmaceutiche avevano firmato ma poi sempre ostacolato, ossia la legalità di produrre i farmaci in modo autonomo, versando solo i diritti al detentore del brevetto, quando la situazione sanitaria sia disperata. E Correa considera tale quella dell’Ecuador.


In pratica, l’Istituto Ecuadoriano della Proprietà Intellettuale (IEPI) sostituirà la casa farmaceutica per fornire la licenza obbligatoria di produzione per più di 2000 farmaci nei laboratori ecuadoriani, stabilendo anche in modo unilaterale la quota spettante al detentore del brevetto internazionale, che non potrà comunque superare il 10% dell’utile della vendita in Ecuador (non del prezzo di vendita). In pratica, alcuni farmaci considerati salvavita e inaccessibili a molti malati in un paese dove la sanità è di fatto privata, subiranno un crollo dei costi anche di 5 volte. Prima di questo decreto, l’Ecuador si vedeva costretto ad acquistare l’85% dei farmaci dall’estero.
Il Brasile accenna ad allinearsi con l’Ecuador, Cuba aveva già in passato stretto una solida alleanza con Correa per la condivisione dei laboratori dei due stati. Si attende adesso la mossa di Chavez, così come della Colombia del dopo Uribe, che proprio in questi tempi sta subendo le conseguenze di una legge che obbliga gli ospedali a verificare lo stato di solvibilità dei malati, lasciando quindi sul classico marciapiede migliaia di persone a reddito zero che non sono in grado di accedere ai servizi sanitari (***), ma al tempo stesso defiscalizza gli utili derivanti dal sistema “corride” e vieta i cortei animalisti di protesta.
Con il commercio globale gestito su Ebay e su altri siti similari sudamericani, anche per noi europei si delinea forse la possibilità di accedere ad alcuni farmaci a costi di libera concorrenza, non dettati dalle necessità di quotazione di borsa. Tenendo conto, comunque, che svuotando a forza il barile del pirata si rischia di restare tutti senza rhum, ovvero senza la ricerca che viene comunque finanziata dal prezzo di alcuni farmaci “da banco”, apparentemente abnorme rispetto al costo industriale.
Tocca adesso alla politica internazionale il duro lavoro di riequilibrare la bilancia, a favore di tutti.
*http://it.peacereporter.net/articolo/20212/Ecuador:+produzione+libera+di+farmaci+brevettati
** http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%201782
*** http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=359:2712-il-governo-colombiano-dichiara-lemergenza-sociale-per-la-crisi-finanziaria-nella-sanita&catid=8:accordo-umanitario
(Stefano De Pietro)