Elezioni – Il sabato del villaggio

La comprensione chiara – illuminazione alla Blues Brothers – del perché Berlusconi sia sempre al potere arriva da un luogo che le donne impegnate in politica dovrebbero frequentare con la costanza destinata a dibattiti, incontri elettorali, mercati: il parrucchiere.


Lì, tra una mèche, una piega, un taglio, si può affacciare l’impatto del pensiero berlusconiano, della sua bontà e del bene – negato dai comunisti – che B. porta al paese.
Dal parrucchiere generazioni di donne riflettono, portatrici di storie uniche, mentre sfogliano tagli e riviste ascoltando e raccontandosi.
Una di loro è già sotto il casco. Bigodini e capelli ventilati da aria calda. Una si attarda a parlare, il taglio già fatto, i bambini a casa con trentotto di febbre insieme al papà. Nessuna voglia di andarsene. Un’altra magra, il viso sfilato, i capelli lunghi, decisa ad arricciarli all’impazzata.
Poi una nonna, il colore che le sfiora le tempie, la testa che sembra una sacher. Accanto a lei un donnone sovrappeso, i capelli umidi, sotto gli occhiali spessi uno sguardo buono.
Su di loro lei. Si muove tra una testa e l’altra velocissima, senza trascurare nessuna.
Vigilia del voto. Sabato del villaggio.
– Io ho sempre votato per tradizione dalla stessa parte! – esclama la giovane mamma – tanto più ora che tengo il negozio nella via più “in” di Genova … Via Pré! Per questo voto a destra!
– Anch’io voterò pidielle – esclama la nonna – Silvio è troppo buono! Il problema è che i comunisti non lo lasciano lavorare… poveretto!
– Io non voto. Non voto da quando hanno fatto crepare mio marito in quella maniera là! Quelli dell’assistenza quand’era malato non volevano nemmeno venire… Ed io a chiedere… a destra e a sinistra – dice il donnone dagli occhiali spessi.
– Io ho votato Lega … – sussurra la parrucchiera, ma è appena un bisbiglio soffocato dal pentimento di aver parlato.
La nonna trova parole per l’infedele Veronica e per Marrazzo. Solo con Silvio lo sguardo si addolcisce mentre spiega dei comunisti e di tutti quelli che gli vogliono male. La giovane mamma la incalza: scuole private per i miei figli! E anche la sanità: privata, privatissima!
La parrucchiera tace.
Ce n’è per Marta. Cosa ha fatto per la città Marta? Ce n’è per la moschea. E per gli extracomunitari. E per i buchi nelle strade. Temi a titoli grossi, come sui rotocalchi. Moschea è minaccia in quanto parola. Immigrato segue la stessa sorte. Silvio è bontà, pazienza, sopportazione. Conflitto di interessi, possedere TV e giornali, processi non rientrano nello scenario della nonna che si dichiara fedele spettatrice di Canale Cinque e Rete Quattro. Nemmeno l’assenza di un solo scatto che certifichi il tradimento di Veronica rientra nel suo immaginario. Silvio è buono. E le giovani che frequentavano le sue case vengono rimosse da una smorfia, scartate come carte dal mazzo di idee che la nonna è incapace di trattenere.
Il donnone, da sotto gli occhiali, scuote la testa: io intanto non ci vado a votare…
La ragazza dal volto sottile mostra le foto con i tagli.
No, riccia no. Hai dei capelli bellissimi.
(Giovanna Profumo)