Lettere – Aiutiamo i Parchi a respirare … e a sopravvivere!

Dovremo sul serio fare qualcosa per evitare che i Parchi vengano privatizzati!
I Parchi di Nervi rappresentano un museo vivente che respira da sempre ma ahimè si assiste con sgomento alla nostra perenne inciviltà, maleducazione, alla nostra aggressione spesso involontaria che ne danneggia la sua suprema bellezza.
Tra le proposte varie, che arrivano dalle istituzioni, c’è chi vuole inventare fondazioni, c’è chi propone di pagare un biglietto, c’è chi sogna di allestire spettacoli, chi addirittura propone cabine nel suo interno o piattaforme di cemento per funzioni ludiche varie. Da tempo si propone di tutto e da tempo si vocifera di aprire i cancelli soltanto a chi paga il biglietto.


Ma mai si pensa che i Parchi rappresentano uno straordinario polmone verde vivente percepibile e raggiungibile da quasi ogni punto del suo contorno, quasi come se fosse un museo aperto nel verde dove gli spettatori, con il proprio garbo, la propria consapevolezza, ma soprattutto con il comportamento rispettoso che si deve avere di fronte ad un parco non solo storico ma vivente, possono immergersi in quel museo naturale e goderne lo spettacolo in ogni istante. Per quanto lo desiderino e poi ritornare nel quotidiano.
Il confine rappresenta una membrana naturale che con i suoi profumi t’avvolge e ti invita ad entrare, a goderne la bellezza, ad attraversare la sua immensità e ad uscirne … senza l’obbligo di corsie preferenziali o varchi obbligatori: dal verde si raggiunge il mare, la costa o le antiche creuze di Nervi e Capolungo.
Noi tutti dovremo avere il coraggio di camminare come nuvole all’orizzonte a piedi nudi su quei prati, rispettosi, respirare a pieni polmoni e udirne i suoni naturali, come eco dei nostri lontani ricordi, come quando nella nostra infanzia potevamo solo contemplare la sua totale bellezza.
E così dovrebbe essere per ogni parco della città, ogni quartiere dovrebbe avere un suo spazio verde, prezioso per chi lo abita. Se ogni quartiere della città avesse un suo parco, piccolo o grande – e ce ne sono – allora non si concentrerebbero utenti e auto sempre negli stessi, ma si potrebbe avere un naturale scenario vivente in tutta la città senza per forza usare mezzi per raggiungere soltanto quei pochi, che ormai sono a dir poco affollati: ma ben vengano simili disagi. Così sarebbe speciale aprire al pubblico almeno una parte di Villa Quartara, altro storico parco millenario stravolto da interventi urbanistici, dei cui oneri di urbanizzazione s’è persa traccia. Si spera che l’Amministrazione comprenda prima o poi e dia risposte certe per il parco dell’Acquasola e per tutti gli altri spazi verdi esistenti ( e trascurati) in città.
(Ester Quadri – architetto, ambientalista)