Porto – Hennebique Masquerade

L’Hennebique ha indossato la maschera. La sua muta presenza, enorme costruzione retaggio di un passato commerciale recente, per anni abbandonata al degrado pur trovandosi nel mezzo del waterfront, è una silente incognita nel cuore di Genova e vederla coperta da un telo genera un impatto visivo straniante.
Come in un gioco di prestigio, il colosso lungo 220 metri, costruito al principio del XX secolo per ospitare i silos granari, attende, drappeggiato di mistero, il coup de theatre che ne disveli il futuro. Il destino che – ad oggi – attende la struttura è la trasformazione in uno spazio multimediale, almeno “Così ha deciso l´authority, che per decidere sulla futura destinazione dell´Hennebique lancerà un bando di gara, legandolo al restyling di ponte Parodi e creando quindi le condizioni per esaltare la vocazione crocieristica dell´area, a fianco della Stazione Marittima” (http://genova.repubblica.it/dettaglio/rinasce-lhennebique-cemento-e-ferro-per-il-nuovo-porto/1828754).
In realtà, il destino dell’Hennebique è cambiato frequentemente, negli ultimi anni, e la vocazione crocieristica è sorta solo in un secondo tempo. In un articolo pubblicato su Oli nel 2004, l’autore si faceva una domanda: “Quello che non è chiaro è cosa succederà nell’area fra la Darsena e Ponte dei Mille, diventata proprietà comunale e dell’area di Calata Gadda”.


A distanza di circa 6 anni, quella domanda rimane attuale. Se il tunnel sotto il porto, che sarebbe uscito alla superficie a Calata Gadda, negli ultimi mesi è scomparso dai progetti delle Autostrade per mancanza di fondi, e quindi destinato ad un probabile “mai più” (http://genova.repubblica.it/cronaca/2010/04/02/news/fondi_tagliati_progetto_congelato_c_era_una_volta_il_tunnel_sotto_il_porto-3080988/), l’Hennebique è rimasto in bilico, sospeso tra sorti mutevoli. Doveva ospitare l’Università (Ingegneria, che poi è stata dirottata verso gli Erzelli); poi il progetto sfumò. Nel 2006 si denunciava la mancanza di trasparenza per cui l’operazione svanì nel nulla, ad opera dei tre principali attori, Comune, Autorità Portuale ed Università (http://www.olinews.it/m t/archives/2006/03/progetti_-_inge.html).
Quest’ultima, per il mancato utilizzo della concessione e per il fallimento delle ipotesi di trasferimento, si ritrovò con 6 milioni e mezzo di euro da pagare (www.olinews.it).
Ma che accade, oggi? L’Hennebique è coperto da un telo, i progetti che finora sono stati presentati sul recupero sono due: ’ipotesi di “Museo Italia” (promosso dall’ex direttore del Secolo XIX Lanfranco Vaccari), “il meglio del made in italy. “Tre piani dedicati a mostre d’arte e collezioni documentali, anteprime cinematografiche” (Il Secolo XIX 6/11/09), mentre all’ultimo piano, per rilassarsi e fare shopping ad alto livello, il negozio ed i ristoranti Eataly. L’altra ipotesi è il “Progetto Cimento”, che vedrebbe il recupero architettonico dell’edificio, con una serie di percorsi espositivi (Museo del Cioccolato, Museo della Pace, Casa dell’Immigrato, il Mercato del Mediterraneo – Suq), la presenza di botteghe artigiane, con un parcheggio sotterraneo con capienza di 450 posti http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/porti_e_logistica/2010/03/23/AMGY2 rWD-riqualificazione_hennebique_riparte.shtml. Il tratto comune dei progetti è la taratura per la vocazione crocieristica, così come richiesto dall’Autorità portuale. In attesa di futuri colpi di scena, in attesa che l’Hennebique disveli il suo futuro uscendo rinnovata, come una fenice, dal telo che ora la ricopre, non resta che chiedersi se questa vocazione sarà definitiva, o se ne seguiranno altre…
(Eleana Marullo)