Ist 3. Altro che donazioni il futuro è a rischio

Nel recente convegno organizzato dal CNU (Comitato Nazionale Universitario – Genova) tra i vari ed interessanti interventi hanno lasciato il segno le perplessità espresse dall’onorevole Labate sull’emergente incapacità di scelte e indirizzi della sanità ligure e sulla fragilità di questa regione (numero di abitanti) rispetto alle confinanti Lombardia e Piemonte.


La nuova legge sugli IRCCS (Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico) infatti prevede, previa riconferma dei requisiti, la loro trasformazione in Fondazioni. Non è ancora chiaro, ma facilmente immaginabile, cosa avverrà di quegli Istituti che non si orientano verso la fondazione. La legge ha fatto nascere iniziative nelle regioni confinanti, mentre la partecipazione pubblico-privato ne sta attivando altre.
Basta navigare su Internet per verificare progetti e iniziative:
nascita della fondazione “IRCCS ospedale Maggiore di Milano e Mangiagalli”
Fondazione Umberto Veronesi di Milano e fondazione “Istituto europeo di oncologia”
decreto Tremonti-Sirchia del 21/1/2004 che stanzia a favore di un nuovo centro per la genetica in Milano (chi lo dirigerà?) 20 milioni di euro per il triennio 2004 –2006. La locale stampa parla di “Milano nuovo polo scientifico Europeo”. (Quanto ha stanziato invece la Regione Liguria per l’ipotizzato laboratorio di ematologia di cui non si sente più parlare?)
La regione Piemonte sta a sua volta attrezzandosi con il progetto “Città della Salute”, in cui opera un ramo della Pirelli (Real Estate) con un pool di costruttori e banche di primaria importanza.
La Liguria sui progetti per la salute dei suoi cittadini e per gli IRCCS in particolare cosa fa? Tace o fa sorridere (amaro) con la trovatina di un addetto-stampa che ispira il titolo: “IST, LE DONAZIONI CANCELLANO I DEBITI” (quasi le quote parti di alcuni appartamenti lasciati in eredità da quattro pazienti possano risolvere i problemi dell’Istituto nella sua configurazione di ieri e di domani). Non vorremo che le regioni confinanti e le strutture pubbliche e private, che finanziano i relativi progetti della sanità, avessero già incluso la Liguria nei loro “bacini di utenza” anche per il rientro dei capitali investiti. I Liguri attendono una smentita nelle parole e nei fatti. Però, una precisa richiesta già avanzata in tal senso dal presidente della Provincia, Repetto, è stata fino ad oggi ignorata.