OLI 359: POLITICA – Sempre gli stessi a vincere?

A Genova “una qualità della vita di serie B” titolava la Repubblica qualche giorno fa dopo l’annuale indagine de il Sole 24 ore che fa scivolare di ben 22 posizioni il capoluogo ligure, al 47esimo posto fra le province italiane, la peggiore del centro nord.
Sulla valutazione hanno influito scippi, rapine, truffe ed è ovvio purtroppo, visto l’alto numero di anziani, ci sono poi tanti pensionati risparmiosi con assegni più alti della media italiana, una città a metà classifica per disoccupazione e lavoro, nuove imprese, desolatamente 101esima per quanto riguarda le nascite.
Una città in attesa, sfiduciata, orfana d’iniziative, sia pure migliorata nel suo aspetto, monocorde anche in politica, una città a sinistra, che al primo turno delle Primarie di coalizione premia il segretario PD. Bersani infatti in Liguria ottiene il miglior risultato del Nord, arrivando a Genova al 53 per cento (50,1 in Liguria). Pochi mesi sono passati dalle Primarie per l’elezione del Sindaco, ma se si va a spulciare i risultati la sorpresa è che i voti di Bersani e i voti di Marco Doria hanno ben poco in comune, ovvero là dove il segretario cresce nei consensi, il Sindaco era andato poco bene e viceversa.
Non risulta lo stesso bacino elettorale. Se a queste Primarie si sono recati alle urne l’otto per cento in più, non è per questo che il profilo elettorale si mostra diverso. Anzi. La correlazione è chiara fra Bersani e Vincenzi-Pinotti, ma risulta strettissima tra Vendola e Doria, arrivato secondo in tredici seggi cittadini, dal centro storico ad alcuni in quartieri storicamente rossi come Lagaccio, Sampierdarena, San Teodoro.
La correlazione più importante che appare poi è tra Doria e Renzi, la più alta: dunque dov’è andato a finire il patrimonio elettorale del Sindaco di Genova? Sono Vendola e Renzi che si fanno carico dei consensi di Marco Doria, secondo Luca Sabatini su la Repubblica del 27 novembre.
Vendola va alla grande in quartieri popolari ma anche in quartieri-bene, dove ha successo pure il sindaco di Firenze fra gli elettori di sinistra e non per i famosi “infiltrati” di destra. Tutti elettori che in primavera avevano comunque consentito al centrosinistra di vincere le elezioni per il Sindaco della città di Genova, pur senza sindaco targato PD.
Ancora una volta il risultato si ripete, un risultato su cui meditare per il Partito Democratico, che va ringraziato comunque per questo bell’esercizio di democrazia.
E’ evidente che nonostante la crisi della politica il centrosinistra tiene a Genova, ma al primo turno non “sbanca” il solito PD, come fragorosamente hanno titolato alcuni giornali, e come hanno esultato i titolati del partito. Presso gli elettori del centrosinistra, che con fantastico entusiasmo hanno partecipato, quasi la metà non ha votato il segretario PD e non si potrà contare in eterno sui “vecchi” affezionati iscritti o simpatizzanti. Dal sito del Partito Democratico sono trentamila gli elettori del 2 dicembre e Bersani “sbanca” sì con il 70 per cento: un aiutino dal 15 per cento circa di Vendola?
I cittadini genovesi hanno messaggiato che sul territorio, giovane segretario a parte, la gestione della politica, così com’è, non va, che si attendono con ansia le primarie per i futuri parlamentari. Si aspettano che il rinnovamento non sia una parola vuota, grazie a Nichi e a Matteo.
(Bianca Vergati)