Caccia alle streghe. Se Fini censura la TV svedese

Il tempo stringe. Messa in moto la macchina d’epurazione e di successiva privatizzazione della RAI, è giunto il momento d’accerchiare le voci discordanti.


Rientrano in quest’ottica gli attacchi all’Unità e, di pochi giorni fa, l’invito da parte del ministero degli Esteri affinché venga cancellato dal palinsesto uno spot della televisione pubblica svedese
(lo spot, con il Cavaliere emblema d’un impero televisivo che ammazza il pluralismo, dovrebbe essere visibile sul sito http://svt.se/content/1/c6/33/29/68/svtberlusconi40stext.asx).
In entrambi i casi, si tratta di preservare l’immagine di un uomo politico (e del suo esecutivo) che si è distinto per l’utilizzo privato della cosa pubblica e tenta, ormai senza più alcuna dissimulazione, di trasformare la Repubblica in un regime.
Tra le voci che popolano l’Unità, una da tempo si è distinta per il costante “pedinamento” del premier e dei suoi amici: Marco Travaglio. Il giornalista, cresciuto alla scuola di Indro Montanelli, è da tempo un’ombra nefasta per il “Cavalier Peluria”: commenti, analisi, sberleffi, sono sempre sottolineati dalla precisione di riferimenti a fatti, nomi, frasi pronunciate (e spesso trasformate, quando non dimenticate) dai rappresentanti della “Casa Circondariale delle libertà”.
Ecco un piccolo esempio tratto da L’Unità del 16/02/05; titolo del pezzo, “Sotto la chioma, mente”.
Il fatto preso in esame è il monologo recitato in TV dal Cavaliere davanti ad un’allibita Anna La Rosa. Berlusconi si riferisce ancora una volta al giornale diretto da Furio Colombo e afferma: “Mi hanno chiamato mostro bavoso, re dei bari, Peròn di plastica”.
Risponde Travaglio: “Eccoli, i danni irreversibili inferti dal maledetto cavalletto: il Foltocrinito confonde l’Unità col Giornale e la Lega Nord. E’ stato Paolo Guzzanti a scrivere “mascalzone bavoso”. Ma non di Berlusconi: di Prodi (…) Quanto al “baro” e al “Peròn”, è tutta farina del sacco di Bossi: nel ’94, prima che Bellachioma gli pagasse i debiti, il Senatur lo chiamava “Perón della mutua” (23/12/94), “il baro” (5/9/94) (…) “mafioso di Arcore” (8/2/95)”.
Il tempo stringe. La campagna elettorale per il 2006 è, di fatto, già iniziata: il faccione di Fini ci ricorda l’appartenenza alla “Patria”, Forza Italia, invece, di aver “mantenuto tutti gli impegni” . Gli spazi per l’informazione si stanno riducendo sempre più. L’intervento del Ministero contro uno spot trasmesso in Svezia, non è altro che l’ennesima dimostrazione d’una battaglia aperta su tutti i fronti.
(Tania Del Sordo)