Riforme. Poco tempo per salvare l’università dal disastro

Atenei occupati contro il disegno di legge Moratti in corso di discussione alla Camera: una protesta a livello nazionale che ha avuto luogo anche a Genova. Un gruppo di docenti dell’Università si è mobilitato e ha occupato simbolicamente il Rettorato e fatto irruzione in Senato accademico.


Per il 2 marzo si annuncia uno sciopero proclamato da numerose organizzazioni dei docenti. Il mondo universitario nella stragrande maggioranza chiede il ritiro di una riforma che demolirebbe l’Università pubblica e, di conseguenza, danneggerebbe il Paese intero.
Sull’Unità del 20 febbraio, Nicola Tranfaglia denuncia che il disegno del governo Berlusconi vuole rapidamente distruggere l’università pubblica: “Vanno in questa direzione i finanziamenti enormi assegnati a università private cattoliche (ma di estrema destra) che stanno sorgendo come funghi o a nuove università pubbliche scarsamente presenti sul piano della ricerca ma guidate da amici di Berlusconi a cui si accompagna la contrazione dei finanziamenti alla maggioranza degli atenei che non hanno quei requisiti.
La riforma dello stato giuridico dei professori e ricercatori universitari non risolve alcuni tra i maggiori problemi di funzionamento dei nostri atenei giacché non definisce in nessun modo i diritti e i doveri dei docenti, non risponde all’invecchiamento dell’attuale personale docente né favorisce l’immissione dei giovani, non snellisce le procedure concorsuali, non regola in maniera adeguata le funzioni di tempo pieno e di tempo definito, non stabilisce le risorse necessarie… Il risultato prevedibile è quello che tra dieci anni, o prima, gran parte degli attuali professori avranno lasciato l’insegnamento ma non ci sarà un ricambio a livello alto come è necessario se si vuole competere a livello internazionale.
Si impone, a questo punto, da parte della coalizione di centrosinistra un progetto organico e complessivo per affrontare la crisi dell’istruzione superiore che deve essere concepita come un aspetto essenziale del piano dedicato alla scuola e alla ricerca…Il tempo è scarso. Spetta all’opposizione in parlamento e nel Paese far capire agli italiani l’importanza della partita che si sta giocando.”