OLI 341: ELEZIONI – Appello migrante contro l’astensionismo

Ieri sera, al telegiornale di La 7, Enrico Mentana ha presentato un sondaggio nel quale risulta che il 38% degli italiani hanno dichiarato di astenersi dal voto. Chi non ha il diritto al voto, come le decine di migliaia di cittadini immigrati che vivono regolarmente a Genova da molti anni, trova incomprensibile che una percentuale così alta di cittadini italiani scelga di non votare. I migranti sono costretti all’astensionismo e non potranno scegliere il sindaco della loro città: fatto poco democratico e ben denunciato dal candidato sindaco Marco Doria quando ha presentato la propria lista con sole 39 persone, dedicando a loro il quarantesimo posto.
Gli immigrati genovesi hanno capito l’importanza della partecipazione alla vita pubblica in città e nel paese e per loro il diritto al voto è prioritario, e indispensabile strumento d’integrazione e di democrazia. Si tratta di una grande conquista delle lotte per la libertà e la liberazione e non è un caso che le donne italiane l’abbiano ottenuto molto tempo dopo gli uomini (hanno votato per la prima volta nel 1946). Molti popoli sono ancora in lotta per avere libere e vere elezioni (vedi la lotta che continua dei popoli arabi). E’ proprio vero che noi esseri umani non sappiamo valorizzare ciò che abbiamo. C’è chi si astiene perché è deluso, chi per protesta e c’è chi crede, così facendo, di togliersi ogni responsabilità dell’uso che verrà fatto del proprio voto. In verità si tratta comunque di una precisa scelta politica: quella di fare decidere ad altri questioni che lo riguardano direttamente. Chi si astiene, favorisce la scelta della maggioranza dei partecipanti al voto. Praticamente, vota per il vincitore.
Ci vuole un voto più responsabile, più informato, più partecipato. La legge elettorale per le comunali, diversamente da quella per le politiche, è molto più democratica e rispettosa del voto dei cittadini: ci permette di scegliere le persone (non soltanto i partiti) ai quali dare il nostro voto. Votiamo dunque per le persone che difendono la pace, la democrazia, l’uguaglianza, la legalità, la laicità, il rispetto delle regole. Votiamo chi lavora per i diritti universali al lavoro dignitoso, sicuro e regolare, allo studio ed alla salute. Votiamo le persone antirazziste che lavorano per la convivenza pacifica, l’interculturalità ed il rispetto delle diversità. Non votiamo razzisti e guerrafondai, non votiamo i responsabili del declino economico, politico, culturale e morale del nostro paese.
(Saleh Zaghloul)