Faccia a faccia. Se lo spettacolo aiuta a capire la politica

Grande successo mediatico e di pubblico l’incontro organizzato dal “Secolo XIX” tra i due concorrenti alla presidenza della Regione.
A caldo, il giorno successivo, i quotidiani locali sostanzialmente convengono su “tifo da stadio”, contesto da “ring pugilistico”, “sostanziale pareggio”.


Per chi, non comandato, era presente al confronto lo spettacolo ha fatto premio sui contenuti, in una scenografia stile TV.
L’evento è abbondantemente illustrato ai lettori il 24 febbraio con quattro articoli il “Secolo”, tre “Repubblica”, due “Mercantile”, uno “Giornale” e “Stampa”.
Il comico Balbontin (“Repubblica”- “Ma qui più che i pattoni volano le balle”) sintetizza un primo commento a caldo “Burlando ha dimostrato ottimo spessore politico, fin troppo, ma con la verve di un Enrico Ghezzi fatto di tavernello, Biasotti ha dimostrato di non averlo…quindi ha cercato di tenersi a galla con dati ufficiali e qualche balla spaziale…Per la cultura nessuno dei due ha speso una parola… Entrambi i contendenti sono riusciti ampiamente a evitare di dare risposte ai problemi reali della gente, in concreto non è successo un granchè”.
Due quotidiani (“Secolo” e “Mercantile”) sintetizzano, tema per tema, le risposte per consentire al lettore una meditata riflessione sull’esiguità delle attuali differenze programmatiche dei due candidati. Anche un semiologo, Roberto Dellerey, tenta l’analisi dei linguaggi e dei comportamenti dei due sfidanti (“Secolo”).
Il 25 febbraio il confronto fa ancora notizia. Il “Secolo” conferma che “i due schieramenti concordano: dal confronto non è uscito nessun vincitore”. In un fondo Pierfranco Pelizzetti sentenzia: “La politica non dovrebbe ridursi a una gara di pragmatismo verbale… sulle sfide che riguardano la vita concreta delle donne e degli uomini, le scelte su cui orientare energie collettive, locali come nazionali…in epoca di radicali trasformazioni e conseguenti incertezze…”
Anche il professor Pittaluga (“Repubblica”) interviene: “Caro presidente, la mia politica non è calarsi le braghe”. Ai lettori interessa assai più della contestazione il suo invito rivolto ai giornali sulla funzione di controllo dei media e sul dovere di appurare chi dei due contendenti sostiene il vero e chi il falso. Ma questo non rientra nella politica spettacolo cui i media ci hanno abituato.
(Vittorio Flick)