OLI 306: SCUOLA – Ventimila abilitati al nulla
The Teacher (da The Wall, Pink Floyd, 1982) |
Passata sotto silenzio sulle cronache, ecco arrivare un’altra pessima notizia per “l’Italia peggiore”, o meglio, precaria. Oggi alla Camera verrà votata la fiducia per il decreto sviluppo, che legifera, tra le altre cose, anche sulle graduatorie ad esaurimento delle scuole primarie. Nel testo è saltato un comma che permetteva a circa 20mila abilitati (dal 2008 al 2011) di accedere alla torre d’avorio delle graduatorie ad esaurimento, ossia le liste da cui si attinge per assegnare le supplenze annuali e che permettono di entrare di ruolo.
Gli esclusi sono coloro che si sono laureati di recente, o stanno per farlo, ai corsi abilitanti in Scienze della formazione primaria e in Didattica della musica, promossi dallo Stato sotto l’egida del ministro Gelmini. Dopo una lunga lotta, un emendamento avrebbe consentito di accedere alle graduatorie, ma la mattina del 20 giugno, ossia poche ore prima della fiducia, questo è stato stralciato, vanificando sforzi e speranze degli aspiranti insegnanti. Ora infatti si ritrovano a seguire corsi abilitanti al nulla e discriminati, per opportunità, rispetto ai colleghi laureati prima del 2007/08. Una lettera che circola in rete denuncia la situazione ed il silenzio mediatico che la circonda. “È inutile – si legge – che in così tanti, dai Presidenti di Corso di laurea, ai docenti, al Ministero dell’Istruzione stesso, ci ripetano che i nostri corsi di laurea sono abilitanti all’insegnamento, se poi non esiste un modo in cui possiamo spendere questa abilitazione; paradossalmente risultiamo formalmente uguali agli altri venuti prima di noi, ma sostanzialmente diversi nelle opportunità: questa non è vera uguaglianza.
E quale unica colpa abbiamo?
Quella di essere più giovani, perché nati dopo. Ennesima conferma, questa, del fatto che l’Italia non è un Paese per giovani” (http://www.giornal.it/Pagine/Articolo/articolo.asp?id=33679).
Un’ultima notazione: non solo giovani e giovanissimi, tra le file degli esclusi. Ci sono anche quelli che, dopo aver preso una prima laurea e aver brancolato nel precariato per anni, hanno colto i corsi abilitanti nella facoltà di Scienze della formazione come un’occasione per trovare un minimo di stabilità lavorativa, per avere opportunità e qualifiche davvero spendibili. Sono persone che, dopo laurea, dottorato e master, si accingono a prendere la seconda laurea e rischiano di trovarsi ben oltre i 30 anni con l’ennesimo foglio di carta straccia in mano. L’Italia si merita questo spreco?