Migranti/2. Elezioni simboliche ma non tanto

Non si è trattato di una votazione ma di una dimostrazione politica.
I 262 “migranti” che hanno risposto ai richiami degli sms dell’ARCI e della CGIL per celebrare in forma simbolica il rito democratico del voto, hanno voluto denunciare la nostra democrazia difettosa che nega loro questo diritto, frapponendo così un grandissimo ostacolo alla difficile costruzione di una comunità condivisa.


Non ha quindi importanza che abbiano quasi tutti votato per la lista “Uniti per l’Ulivo”.
Ha invece importanza il bruciante rimprovero contenuto nella scrupolosa simulazione degli atti “proibiti”: la consegna delle schede (in facsimile), la cabina elettorale, l’atto del voto, lo scrutinio.
Queste elezioni virtuali hanno trovato un loro spazio sui giornali: articoli precisi e corretti sono comparsi su Repubblica, Secolo XIX e Mercantile.
Ora Devono trovare spazio nella politica.
Il Sindaco di Genova ha aperto un fronte importante sul diritto di voto agli immigrati. Ci si attende adesso che lo faccia anche la nuova amministrazione regionale.
(Paola Pierantoni)