Il País, una voce fuori dal coro

Non tutto il mondo dell’informazione è paese. La Spagna cattolica ha giornali autorevoli che non cedono alla facile emotività, a un malinteso senso di popolarità, mantenendo invece la propria autonomia di giudizio. Un esempio è l’editoriale del 3 aprile di “El País”, principale quotidiano di Madrid, dal titolo significativo: “Carisma contraddittorio”. Ne riportiamo uno stralcio.


Wojtyla è stato un leader che ha saputo sfruttare come nessuno la forza del marketing per rendere più visibile la Chiesa nel mondo e per convertirla in notizia, dopo che, nel corso dei precedenti pontificati, era stata rinchiusa dentro le muraglie vaticane.
Poco a poco però sono cominciate ad apparire le impronte del suo conservatorismo, tanto in materia dogmatica come morale. Fino all’ultimo momento, come si è potuto avvertire nelle recenti difficoltà di rapporto con il Governo socialista spagnolo, Giovanni Paolo II è stato un duro nemico di tutte le conquiste del mondo moderno circa le questioni riguardanti la famiglia e il sesso, come il divorzio, l’aborto -qualificato come crimine nazista- le relazioni omosessuali, l’eutanasia e le nuove ricerche in campo genetico.
Anche per quanto riguarda la delicata materia dell’ecumenismo, Wojtyla ha avuto le sue contraddizioni.
Ma la teologia di Wojtyla è stata molto differente da quella del suo predecessore Paolo VI, per il quale Ecumenismo significava ammettere che la verità è dappertutto.
Secondo la sua dottrina, invece, la Chiesa deve essere aperta e accogliere chi lo desideri, ma soltanto in essa esiste la salvezza e risiede tutta la verità.
Giovanni Paolo II lascia un cattolicesimo con più visibilità mondiale, a cui ha dato forza soprattutto con i suoi viaggi, a proposito dei quali affermò che “la cosa più importante era trovarsi con i grandi del mondo”, perché erano loro, secondo lui, quelli che avevano il potere di appoggiare o perseguitare la Chiesa. Le comunità cattoliche più lontane da Roma, quelle che soffrivano l’isolamento dovuto dall’essere minoranza, si sono senz’altro sentite più orgogliose e protette durante questo pontificato.
Però, nel frattempo, questo Papa lascia una profonda ferita nella comunità cristiana, pur senza giungere al pericolo di scismi. Esistono oggi comunità, specialmente nel Terzo Mondo, che differiscono profondamente dagli insegnamenti ufficiali della Chiesa. Queste comunità non raccolgono solo fedeli delle comunità di base, ma migliaia di sacerdoti e un buon numero di vescovi che, nella pratica, si comportano come se la loro fosse una Chiesa differente da quella conservatrice di Roma. Tornare a cucire questi strappi, tentare di unificare codeste chiese sarà un compito molto difficile per il Papa che verrà.
(Traduzione di Pilar Segovia)