Referendum/1. Per saperne di più l’informazione in rete
Il referendum abrogativo del 12-13 Giugno si fa sempre più vicino e l’informazione continua a latitare, dalla carta stampata ai palinsesti televisivi. Che soluzione rimane a chi voglia arrivare con consapevolezza al voto? All’uniforme silenzio dei media tradizionali corrisponde un’offerta ampia e vivace di voci dalla rete.
Il sito del governo fornisce una essenziale informazione di base (i testi dei quesiti, le norme ed i decreti citati, alcuni dossier su clonazione e fecondazione assistita) www.governo.it/GovernoInforma/ Dossier/ procreazione_referendum/ . Inutili i collegamenti attivi coi Ministeri della Salute e delle Pari opportunità: mentre sul primo l’argomento non compare affatto, sul secondo l’intervento più recente è una dichiarazione del ministro Prestigiacomo datato Gennaio 2005.
Navigando in fonti meno ufficiali, ci si imbatte nel sito ufficiale della campagna per il sì, www.comitatoreferendum.it, oppure nel sito www.grazieallavita.org rivolto ai cattolici intenzionati a votare sì. Ancora per i cattolici, il gruppo che si riconosce in www.adista.it ha lanciato, contro la politica astensionista della Cei, un “appello per il rispetto della sacralità della coscienza in occasione del referendum”, già sottoscritto da numerosi religiosi. Il sito dei radicali italiani www.4si.it è ospitato da www.lucacoscioni.it, sito dell’associazione per la libertà di ricerca scientifica “Luca Coscioni”. Oltre a riportare notizie costantemente aggiornate, permette un dibattito nella “blogosfera”, cioè riunisce tutti gli interventi relativi al referendum editi sui blog registrati.
Accesa anche la presenza degli astensionisti, i cui principali riferimenti sono www.referendumfecondazione.it , che elenca i più importanti siti per il non-voto, oppure www.comitatoscienzaevita.it . Non ultimo www.korazym.org, portale cattolico per i giovani, in cui si legge una spaesante affermazione: “C’è poco da scrivere; votare i prossimi 12 e 13 giugno non è un dovere, non è un obbligo. E’ una scelta, una possibilità, garantita e anzi prevista dalla stessa Costituzione. Certo, cercano in tutti i modi di non renderlo noto, cercano di confondere le acque, inventandosi un “dovere di voto” semplicemente inesistente. In un referendum tutto questo non esiste, non è in ballo. Niente di importantissimo, dunque; niente che abbia a che fare con l’organizzazione stessa di una società”.
Per un referendum incentrato sulla libertà della ricerca scientifica e sui diritti della donna, ci si chiede che significato possa avere la litote “non importantissimo”: vuol dire relativamente trascurabile? Importante ma non tanto? Importante ma non per molti?
L’informazione pulsante in rete stride col silenzio degli altri mezzi di comunicazione. Un commento tra i tanti, in proposito: “E’ la dimostrazione che il nostro sistema radiotelevisivo è marcio. In assenza di un dibattito sulle reti televisivi che fanno autocensura e sono controllate dai soliti pochi che guardano più all’audience che al tema, impazza il dibattito nei luoghi liberi da censura ed interessi economici” (http://www.lucacoscioni.it/node/ 3555#comment-2180).
(Eleana Marullo)