Sciopero. Possiamo fare a meno della televisione?

Se continui così, ti tolgo i cartoni per una settimana!”. Quando eravamo piccoli noi la minaccia riguardava carosello. In quarant’anni il tempo trascorso davanti alla TV è drammaticamente aumentato. Ci sono famiglie dov’è normale avere un televisore in ogni stanza.


Per alcuni accendere la TV equivale ad accendere una sigaretta, automatismo di un gesto. Tuttavia non risultano ricerche mediche che sostengano il danno fisico di un’eccessiva esposizione al mezzo televisivo, tranne qualche sintomo come l’incapacità di una riflessione politica priva di slogan, la disaffezione per le pagine scritte e nel caso dei bambini una contaminazione dell’universo fantasioso insieme alla fatica della lettura. La TV fa male perché ha annullato il ricorso alla piazza come luogo di scambio e di pensiero, ha svuotato i circoli, ha tagliato la lingua ad interi nuclei famigliari che non parlano più. Forse fa meno male di altre cose come inquinamento, alcool, fumo, traffico, ma sicuramente corrode.
Possiamo farne a meno? E se ci proponessimo un’alternativa non per castigo?
Il 24, 25 e 26 giugno possiamo aderire, anche a Genova, allo sciopero nazionale dei telespettatori, telecomando in tasca, da presentare nei locali e negozi che sostengono l’iniziativa. L’idea è che il singolo diventi promotore del senso di una protesta che ha come scopo “creare le condizioni per favorire momenti di socializzazione, un uso più consapevole del mezzo, il rilancio delle città e dei loro spazi fisici culturali”. L’iniziativa è al decimo anno di vita. Per alcuni di noi l’età dei nostri figli. Storia, domande, indirizzi di chi aderisce su www.esterni.org
Giulia Parodi