Gaffes. Primo canale non ha i minuti contati

Non erano passate nemmeno 24 ore dalla tragica morte in diretta di Franco Scoglio nella sede di Primo Canale. Il corpo era ancora nella bara, in attesa dei funerali in Carignano, presente il popolo rossoblu, quando sui muri della città sono comparsi i primi manifesti che hanno fatto sobbalzare: “Noi non abbiamo i minuti contati”, avvertiva a grandi caratteri lo stesso Primo Canale, con una scelta di tempi così infelice, da indurre più d’uno a cogliere in quelle parole un accostamento a quanto di macabro era accaduto in trasmissione.


La realtà, pur diversa, non è meno discutibile. L’emittente privata vuole sostenere con la sua malcapitata frase che mentre la Rai Tv dedica solo qualche manciata di minuti all’informazione locale, coi suoi tg regionali, le tv commerciali, come vengono non a caso definite, hanno tutto il tempo necessario, ore intere, per “coprire” la cronaca genovese e ligure. Detto questo, il patron dello stesso canale, Maurizio Rossi, scende in campo aperto, sostenuto dal redivivo Biasotti, in una sorta di duello all’ultimo sangue con la tv pubblica: la sua battaglia non mira a ottenere misure di sostegno, ma addirittura la cancellazione per legge dei tgr Rai. Mors tua vita mea.
Che dire, se non che la quantità del tempo a disposizione non ha niente a che fare con la qualità del servizio di informazione? Se è difficile negare che gli stessi tgr pubblici siano esenti da condizionamenti e influenze (non a caso è rimasta carta morta la decisione a suo tempo approvata di affidare all’Osservatorio di Pavia il monitoraggio delle presenze in video dei potentati di turno), nessuno ha bisogno di rilevazioni statistiche per sapere il rapporto stretto esistente da sempre tra emittenza locale e chi conta in ambito economico-politico. Per dircela chiara, non nasce ombra di programma più o meno giornalistico, se non spunta prima lo sponsor. E’ lo spirito mercantile, più che l’autonomia dell’informazione che conta nei palinsesti delle “private”. Ma a parte tutto, come si concilia che i campioni del liberismo pretendano di abolire, con legge ad hoc, la concorrenza?
Camillo Arcuri