Cantieri navali – Fregate della marina e fregature politiche

La vicenda delle fregate militari Fremm e del loro mancato finanziamento da parte italiana più che incredibile appare scandalosa. E ancora di più stupisce la disattenzione dei media.


Vale dunque la pena di ricordare che la storia ha inizio quando, con la presentazione della legge Finanziaria per il 2005 (un anno fa), ci si accorge che l’accordo italo-francese siglato dal ministro Martino nel mese di ottobre non è finanziato, e che tale mancata previsione di spesa rischia di far saltare i programmi operativi dei cantieri navali della Fincantieri localizzati in Liguria, in particolare quelli di Riva Trigoso e del Muggiano. Parlamentari ed enti locali si mobilitano a sostegno dei sindacati e, dopo un lungo batti e ribatti di alcuni mesi, in primavera si riesce a inserire nella legge per la competitività un primo stanziamento, sufficiente solo per una sola fregata sulle dieci previste in capo all’Italia. E’‚ poco, ma è comunque una boccata d’ossigeno.
Qualcuno poco convinto della lettera dell’emendamento invita a vigilare, ma viene zittito. Il governo – si capisce – si prepara ad autocelebrarsi e annuncia che il 4 ottobre, a Parigi, Berlusconi e Chirac saranno presenti alla firma definitiva del contratto… I resoconti della memorabile giornata sono solo sulla stampa francese. Le ironie, ovviamente, si sprecano: “La doccia (fredda) italiana”, “Di scena la commedia dell’arte” e così via. Cosa è successo? Che il 4 ottobre, all’Eliseo, quando tutto era pronto per la firma, comprese le penne stilografiche e i primi comunicati stampa già on-line, Berlusconi e Tremonti – vero colpo di teatro – chiedono un rinvio. Per un problema tecnico, dicono. I francesi si guardano perplessi, gli uomini della Thales (la società che si è aggiudicata la parte francese della commessa) strabuzzano gli occhi; alla fine tutto è rinviato sine die.
Bastano poche ore per capire che il “problema tecnico” sono i soldi; infatti quelli già stanziati con un emendamento di legge non ci sono più. O, come suggerisce sempre qualcuno, non ci sono mai stati. L’on. Mondello assicura (qualche quotidiano ci fa il titolo) che l’8 ottobre, al salone Nautico di Genova, il ministro Scaiola annuncerà che i soldi sono stati trovati. Purtroppo è successo l’opposto: il ministro ha infatti confermato che il “il problema tecnico” era la “difficoltà a reperire il finanziamento”. Naturalmente si riferiva a una sola fregata e non alle otto o dieci previste. Insomma tutto ricomincia da capo.
(Rino Vaccaro)
I quotidiani del 14 ottobre annunciano che i fondi per la costruzione delle prime due fregate sarebbero stati trovati. Gli operai di Riva increduli e insensibili allo spirito “bipartisan” che avrebbe determinato la svolta hanno comunque deciso di bloccare il varo (nota della redazione).