Carige – Patto tra Lorenzelli Comune e Provincia

Martedì 24 gennaio Repubblica, esultante (come sempre quando si occupa di questa materia): “Lorenzelli rivoluzione al Gaslini. Conferma Carige”. La rivoluzione al Gaslini, dice Lorenzelli, ci sarà. E sarà lui a guidarla. Incastro di padiglioni, razionalizzazione degli spazi, scuola internazionale di pediatria… Alla fine il Gaslini sarà il biglietto da visita di Genova nel mondo; diventerà “uno schiaccia sassi”!


Il piano sarà presentato entro la prima quindicina di febbraio a medici e sindacati. In altre parole è già pronto: da mesi infatti sono in molti a lavorarci. Molti chi? Sicuramente persone di fiducia di Lorenzelli che rettore del Campus biomedico di Roma, creatura di eccellenza dell’Opus Dei in Italia, è ben deciso a portare il Gaslini nell’orbita dell’organizzazione. Per questo a suo tempo l’ha indicato il cardinale Bertone, quello che mentre invita i politici genovesi a fare squadra gioca per conto suo le partite più impegnative.
E la Fondazione? Lì non c’è bisogno di rivoluzione perché la situazione è solidamente nelle mani della maggioranza capeggiata dallo stesso Lorenzelli, che presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione stessa è appena stato rieletto (quotidiani del 24 gennaio 2006) alla presidenza del Consiglio di indirizzo per conto dello staff dirigente della Carige: Berneschi, Scaiola ecc. E poi la Fondazione è blindata per statuto. Uno Statuto “bislacco” (Secolo XIX, 5 gennaio) ma non troppo.
Il primo Consiglio di indirizzo, una quindicina di anni fa, ha nominato i suoi componenti in base a uno statuto che autorizza (articolo 15 comma 3) il Consiglio uscente a decidere le cooptazioni di coloro che faranno parte del Consiglio successivo. E poiché sulle cooptazioni si gioca la maggioranza in Consiglio, va da sé che la maggioranza attuale è la stessa di allora e sarà così fino alla fine dei tempi. Semplice no? Contro questo assurdo giuridico si sono mossi in diversi, più volte ma in ordine sparso. Perchè la Carige è molto, molto potente e ha quindi argomenti molto convincenti.
Sono infatti cadute nel vuoto sia le interrogazioni parlamentari fatte in più occasioni del senatore DS Longhi sia la denuncia di “gravi illegittimità” fatta nel 2004 da 4 consiglieri conclusasi con la loro estromissione dal consiglio di indirizzo. Più curiosa appare la recente e un po’ tardiva (a giochi fatti) la lettera di protesta di un gruppo di “Ds, Pdci e traversali”(?). Uno di loro, il DS Di Rosa (Repubblica 23 gennaio), ha dichiarato il suo stupore di fronte al fatto che “né la politica né la stampa hanno rilevato l’anomalia della procedura” usata per nominare il consiglio della Fondazione. Possibile che lui e gli altri firmatari della lettera se ne siano accorti solo oggi? E possibile che non sappiano del patto segnalato dai quotidiani del 16 novembre 2005 (“La fondazione Carige, con Comune e Provincia: firmato il protocollo della pace)?
Eccolo qui: “Pace fatta… Il nuovo protocollo d’intesa è stato siglato ieri mattina (15 novembre 2005) mettendo fine alle polemiche degli scorsi mesi e stabilendo i nuovi criteri di collaborazione tra la Fondazione e gli enti locali genovesi… Ogni anno a marzo e a novembre saranno organizzati momenti di confronto tra sindaco, presidente della provincia e presidente della fondazione “per armonizzare la programmazione dei tre enti”. Lo statuto “anomalo”? Sciocchezze.
(Manlio Calegari)