Ponte Caffaro – Il Mostro più forte di ricorsi e appelli

Caro Osservatorio OLI, sono un vostro lettore ed estimatore e come residente di fronte al Mostro di Ponte Caffaro vorrei chiarire alcuni punti trattati nell’articolo “Il Mostro di Ponte Caffaro andava fermato” a firma di Camillo Arcuri sull’ultima newsletter.
Non è vero che nessuno abbia mosso un dito, noi abitanti di via Cancelliere e Passo Barsanti abbiamo inoltrato 4 esposti attraverso il nostro legale al Sindaco e agli assessorati competenti, abbiamo raccolto un centinaio di firme, abbiamo commissionato a un architetto le simulazioni dell’impatto dell’opera e le abbiamo pubblicate sul nostro sito internet passobarsanti.org, abbiamo partecipato ad innumerevoli riunioni del consiglio di quartiere (il cui presidente Bellezza, per la cronaca, si è sempre rifiutato di riceverci), e all’Assessorato all’Urbanistica.


Abbiamo coinvolto Italia Nostra, i senatori Cortiana e Martone (Verdi) hanno presentato un’interpellanza parlamentare.
Cosa abbiamo ottenuto? Quasi niente: una sospensiva del TAR, una modifica dell’ultimo piano, una modifica esterna (pareti in finto cotto invece che in vetro). Abbiamo percorso tutte le strade istituzionali per opporci a questo progetto, ma ci siamo dovuti render conto che davanti ad interessi forti che accomunano pubblico e privato c’è poco da fare. Col senno di poi, l’ unica strada che non abbiamo percorso, e che qui in Italia purtroppo sembra sia l’unica che può dare risultati, è quella di “fare casino”.
Dovevamo sdraiarci in mezzo a via Caffaro e bloccare il traffico, chiamare il Gabibbo, incatenarci alle griglie del cantiere, ma nessuno di noi residenti, persone tranquille poco esperte in guerriglia urbana, aveva voglia di ricorrere a queste iniziative. Avevamo fiducia nelle procedure democratiche, che prevedono molti controlli incrociati da parte di enti diversi per le opere da realizzare; peccato che questi controlli siano solo formali, e se ne può vanificare l’efficacia.
Soprattutto avevamo fiducia nella competenza e nel buonsenso dei decisori, ma tutti i nostri interlocutori istituzionali (quando si sono degnati di riceverci) ci hanno sempre detto : “Avete ragione, ma siamo vincolati da decisioni precedenti…” . Sembrava che nessuno avesse il potere di intervenire su precedenti decisioni sbagliate.
Questo progetto data dall’inizio degli anni ’90, e nel corso del tempo il partito del mattone ha gettato a poco a poco le basi del progetto, da una clausola del Piano Regolatore- che qualifica l’area come zona degradata- fino al taglio di un platano a Ferragosto di qualche anno fa, quando nessuno di noi era al corrente del parcheggio. Ci siamo chiesti come mai, l’albero non era malato. Dopo, guardando i progetti, abbiamo capito: il platano stava davanti al futuro ingresso del parcheggio.
In conclusione abbiamo speso molto del nostro tempo e un bel po’ di soldi ma qualcosa di positivo, a voler guardare bene, questa storia ci ha lasciato: abbiamo conosciuto delle persone meravigliose (quelli di Italia Nostra) abbiamo stabilito delle relazioni con i vicini, abbiamo capito come funziona il potere e abbiamo visto il suo vero volto.
Adesso lasciamo che le anime belle piangano sui muraglioni di via Caffaro, come piangeranno fra qualche anno sull’Acquasola, mentre quelli che hanno permesso e fortemente voluto il Mostro di Ponte Caffaro sono tutti lì al loro posto e, quel che è peggio, li abbiamo anche votati.
(Valerio Diotto)
Conclusioni elettorali a parte, non ci sono dubbi che l’informazione ha mancata al suo scopo: basta pensare alle paginate che si dedicano al “mostro” dell’ascensore e lo spazio riservato al mostro di cemento che ci starà addosso per un secolo almeno.