Dopovoto/1 – Chi ha il cuore a destra non va dimenticato

Quanti saranno stati gli elettori indecisi a scegliere il centrodestra e Forza Italia dopo l’appello elettorale in cui Berlusconi prometteva l’abolizione dell’ICI? Non lo so, ma ne conosco qualcuno che me lo ha detto e sospetto di molti altri che ovviamente non hanno reso nota la loro opzione.


Credo di sapere che un buon numero sia tra quei votanti che nella mia provincia di origine, Imperia, ha portato la destra a risultati impensabili anche in quelle terre bianche. Mi è accaduto in passato di far notare come l’adesione a FI nell’estremo ponente ligure fosse più un segnale di continuità con la vecchia tradizione democristiana, rappresentata oltretutto dal leader più prestigioso, Claudio Scajola, che un consenso alla nuova, baldanzosa politica berlusconiana.
Questa volta penso che le cose non siano andate così. Intanto perché – elemento da non sottovalutare – Berlusconi ha cambiato politica in campagna elettorale, passando dall’ottimismo delle proprie promesse alla paura dei programmi altrui; poi perché un tratto decisivo di questa propaganda sono state di nuovo sì le tasse, ma non quelle più astratte e variabili seguenti alle dichiarazioni dei redditi, ma quella più certa e odiata legata alla casa.
L’interesse e la paura sono state le parole base del suo messaggio politico e il Ponente ligure non poteva non coglierle, da sempre abituato a vivere tra le due, tra il timore, l’atteggiamento difensivo e persino rinunciatario e l’interesse particolare, perfino aggressivo e comunque sempre arcigno e munito di difese diffidenti. Questo spiega perché abbiano votato per Berlusconi non solo autonomi, commercianti, professionisti ecc., ma anche i pensionati al minimo, i contadini, gli impiegati da 1200 euro, i commessi da 600. La paura e l’interesse uniscono tutte queste oneste, laboriose, rispettose e rispettabili persone in un comune atteggiamento di preferenza per il poco di oggi rispetto al molto di domani e di difesa dell’esistente dalle incertezze del futuro, di attaccamento al proprio particolare e di indifferenza al bene collettivo.
Potrà il centrosinistra dotarsi di un linguaggio che colga altrettanto bene, ma a proprio vantaggio, sentimenti tanto radicati nelle culture locali? Non credo che ci riuscirà se non si rassegnerà a dividere l’elettorato forzista e centrista nei due blocchi già da tempo individuati da Umberto Eco e non distinguerà il popolo delle partite IVA dai lavoratori dipendenti, elaborando per questi ultimi un programma che li solleciti alla difesa del proprio interesse. Penso a una proposta slogan che abbia sullo sfondo, invece che paura e interesse, interesse e speranza; ad esempio: davanti al fisco i dipendenti e gli autonomi saranno uguali, perlomeno introducendo per chi lavora detrazioni vagamente simili a quelle dei commercianti: dalle spese per la colf a quelle per la cultura, da quelle per i viaggi a quelle per recarsi al lavoro ecc.
Con un messaggio palpabile e appetibile, forse, anche chi ha dimostrato di avere il cuore dalla parte del portafogli potrà cambiare casacca.
(Vittorio Coletti)