Operai in cronaca: l’Ilva

Il sindacalista esce dalla Prefettura e parla per pochi minuti: non una sola parola sulle responsabilità di Emilio Riva, il padrone dell’ILVA, sulle condizioni di sicurezza, sugli operai in ospedale, sull’infinitesima barriera che ha separato quel che è successo da quel che poteva succedere: cioè molti morti.


Nessun commento sulla incredibile intervista che Emilio Riva ha rilasciato quel giorno stesso al Secolo XIX (…non mi pare il bilancio di un disastro e nessuno è mai stato in situazione di pericolo… )
Ad ascoltarlo circa trecento persone che hanno atteso sul piazzale tra scoppi di mortaretti e conversazioni. Un ragazzo – torso nudo, fisico da palestra e lancio metodico e sistematico di mortaretti – alla fine, esaurite le munizioni si rimette la maglietta, e dice “Io sono qui e i miei compagni no, perché hanno paura. Anche io ho paura: nel contratto con cui ci hanno passato a tempo indeterminato abbiamo dovuto firmare la disponibilità ad essere trasferiti a Taranto (*). Poi ho paura dove lavoro, cioè all’altoforno. Pochi giorni fa è rimasto gravemente ustionato un mio compagno: è ancora all’ospedale. Molte volte abbiamo sfiorato l’incidente grave”
Tutto nel caso ILVA è complesso, delicato, rischioso e richiede l’intervento di molti soggetti istituzionali.
Ma in tutto questo aiuterebbe molto dire alcune cose estremamente semplici:
la prima: i lavoratori devono lavorare in condizioni di sicurezza e questo è un punto non contrattabile. Invece l’incidenza infortunistica in ILVA è salita dai 29 infortuni ogni 100 addetti del 1998 ai 36 infortuni ogni 100 addetti del 2003.
la seconda: l’atteggiamento e le dichiarazioni di Riva manifestano un intollerabile disprezzo per le persone sul cui lavoro si sta arricchendo.
Se si provasse a partire da qui?
(*) Secondo il CCNL nessuno può essere trasferito da una unità produttiva all’altra se non vi sono comprovate esigenze tecnico produttive. A quanto pare ora hanno fatto firmare una clausola nel contratto individuale di assunzione, così i neo assunti sono passati dalla precarietà del CFL alla ricattabilità del trasferimento. Qualcuno si è interessato di verificare la legittimità di questa clausola peggiorativa rispetto al CCNL. ?
(Vittorio Flick)