Malasocietà – Precari e disoccupati popolo invisibile

“Ma perché si parla tanto di mancanza di lavoro per i giovani, mentre dei precari di mezza età come la sottoscritta o di disoccupati cronici over 40 non se ne parla mai! Che qualcuno si faccia avanti, coraggio!”; e ancora: “siamo così invisibili?”
Mail che atterra come un 747 su una casella di posta avvezza a lettere, pacate osservazioni, appelli, sottoscrizioni infine a quei messaggi in power point, con gli animali dalle espressioni umane corredati da frasi di pace. Una casella di posta che riceve aeroplani di carta.


Questo Boeing in quale hangar si può nascondere? E i passeggeri, gli invisibili, che ne sarà di loro?
La verità è che ognuno di noi può portare esempi. Storie più o meno eclatanti di amici che convivono con questa malattia da quattro, cinque, dieci anni. Capita di incontrarli quando gli devono rinnovare il contratto: “Tutto bene… ma sai non mi hanno ancora dato una risposta… quel progetto non è stato ancora finanziato… Non so… Aspetto”, o al rinnovo: “Per tre mesi sono a posto. Poi vedremo…”.
Stipendi ridicoli e l’invisibilità data dal silenzio perché il modello sindacale è una pianta che attecchisce in climi temperati, in grandi bacini, non mette radici in piccoli uffici pubblici o privati dove gli invisibili lavorano. E visto che da tanto tempo ci parlano della forbice che si allarga – metafora del divario tra ricchi e poveri – se sulle due lame provassimo a mettere da una parte i precari cronici e dall’altra quelli del contratto sicuro che fotografia ne esce? E se accanto provassimo ad aggiungere pensionati: “Ho lavorato tutta la vita… Non mi toccheranno mica la pensione!” e coloro che hanno semplicemente cancellato l’idea di riceverla, che storia scriviamo?
Scriviamo la storia delle categorie. Dei quasi felici. E degli infelici cronici. Dei casa e lavoro. E dei casa e lavoro finché dura.
Ma è una storia che, come tutte le storie di esilio, produrrà a breve un bel botto. Perché la pazienza ha i suoi limiti, perché tante pazienze messe alla prova scappano. Semplicemente. E scapperanno tutte insieme. Magari per strada o nelle piazze. E al momento del voto, chiedendo di essere rappresentate finalmente con autorevolezza.
“Che qualcuno si faccia avanti coraggio!”
La politica potrebbe iniziare a contarli sulle dita dei suoi parlamentari, senatori, sindaci, assessori, presidenti di regione.
Un invisibile per ciascun dito di un eletto. Poi moltiplicare.
Uno. Nessuno. Centomila?
I siti: www.precariarestanca.it, www.associazionedifesalavoratori.org, www.anagrafeprecari.it, www.esternalizzati.it, www.flcgil.it
(Giulia Parodi)