Primarie/2 – Nessun plebiscito, nomi concertati

A un mese di distanza, il 31 marzo 2006, Pellizzetti, di nuovo sul Decimonono, torna a parlare di sindaco e di primarie. A Genova, scrive, per le primarie tira un’aria cattiva. Tra i politici che contano c’è la ferma determinazione di non correre il rischio. La logica spartitoria che anima i partiti rischia di uscirne bastonata, meglio soprassedere. E non hanno vergogna a dirlo. Gli argomenti sono due: Primo:”se si facessero le suddette primarie a Genova vincerebbe Marta Vincenzi, mentre la comunità degli affari preferirebbe altri, magari Mario Margini”. Secondo “le primarie sono pericolose perché dividono”.


Entrambi gli argomenti paiono a Pellizzetti inconsistenti. Nessuno dotato di buon senso può giudicare sovversiva la candidatura della Vincenzi e, aggiunge Pellizzetti, “resta in ogni caso da appurare quanto Mario Margini abbia gradito il bel regalo della propria consacrazione a candidato del locale partito degli affari”. Una prima risposta sul possibile gradimento del suddetto arriva sul Secolo XIX del 4 aprile, autore A. Pittaluga, segretario provinciale della federazione Ds, che nella rubrica “commenti e opinioni” pubblica un pezzo titolato “I Ds, la politica e il partito degli affari”. Pittaluga scrive, dice, per tranquillizzare Pellizzetti. Purtroppo lo fa con una frase di non facile interpretazione, e anche per questo meno rassicurante di quanto intendesse il suo autore. Eccola: “se Marta Vincenzi o Mario Margini aspirano a partecipare alla competizione elettorale lo faranno a partire dalla loro militanza nei Democratici di Sinistra, l’unico partito a cui entrambi ri sultano iscritti e attraverso il gradimento sulle loro persone ed il confronto sui programmi con i partiti della coalizione di centrosinistra. Starà come nei casi della Puglia, della Sicilia e di Milano – alla discussione dei partiti di centrosinistra il tema della attivazione di primarie vere – e non di auspicati (?) plebisciti”. Tradotto: i due, essendo persone di partito, saranno candidati previo il gradimento del loro partito e della coalizione. E poi, precisa Pittaluga, le primarie, “non sono una soluzione salvifica gradita a qualche penna dall’inchiostro blu” (dovrebbe essere una variante del sangue blu dei nobili), ma “un mezzo per aiutare i partiti a selezionare un candidato…”. Qui è già più chiaro, no?
Dove poi il segretario Ds è chiarissimo è a proposito della battuta di Pellizzetti su Margini involontario candidato del partito degli affari. Che però forse egli male intende. Infatti invita Pellizzetti a scrivere chiaramente nomi e cognomi di questo partito, chi lo dirige e dove ha sede. E lo faccia “assumendosene piena responsabilità”. Laddove la battuta di Pellizzetti aveva un segno opposto: facendo il nome di Margini il partito degli affari non ha fatto certo un regalo all’eventuale candidato. Ma si sa che la lingua italiana…
(Manlio Calegari)