Visite – Qualche domanda (oziosa) su D’Alema a Mediaset

Anche Massimo D’Alema, a suo tempo in visita a Mediaset, ne aveva esaltato il valore e l’importanza per l’economia nazionale. Massimo D’Alema è uomo d’onore, tuttavia vorrei opporgli alcune considerazioni.


Mediaset dà lavoro a più di cinquantamila persone.
Che cosa producono queste persone? Spettacoli, varietà, talking show, giochi a premi, trasmissioni sportive e quant’altro può tornar utile al passatempo della nazione. Come si paga questa attività? Con i soldi degli sponsor raccattati per ogni singolo spettacolo. Dove trovano, gli sponsor, quei soldi? Gravandone i prodotti che la loro sponsorizzazione reclamizza. Chi ne paga, in fondo alla catena, il costo? Il consumatore, ovvero la gente, ovvero tutti noi.
Alla fine di questo giro di valzer, che cosa resta in termini concreti, sul piano della ricchezza nazionale? Niente, abbiamo passato il tempo e ci siamo divertiti. Tutto qui? Non solo: il lavoro di quei cinquantamila ha un costo rilevante in termini di energia, materie prime, prodotti acquistati all’estero e via dicendo. Cinquantamila persone hanno dunque lavorato – e speso soldi – solo per offrire alla gente di che trastullarsi? Esatto.
E siamo noi tanto ricchi da permetterci di mantenere per i nostri trastulli cinquantamila persone? Probabilmente no, soprattutto che se si pensa che quella gente – a parità di costi – potrebbe essere impiegata a migliorare le strade, il funzionamento degli ospedali e delle scuole, lo smaltimento dei rifiuti… Possibile? Provare per credere.
Ma c’è qualcuno che da questa partita di giro trae un suo profitto, al di là dei cinquantamila poveri diavoli che devono pur mangiare, anche se non producono niente? L’interrogato si avvale della facoltà di non rispondere..
(Luigi Lunari)