di Giorgio Bergami

© foto: Giorgio
Bergami
Primo marzo 1961 – Le lettrici di Grazia in visita alla Italsider
Lettere – Regione Liguria: il parlamentino scomparso
Cara Redazione di Olinews,
mi è capitato per caso di rileggere un mio intervento dell’8 marzo 2006 dal titolo “Regione – La politica si salva con la clonazione?”. Mi è allora venuta la curiosità di controllare se alle parole della nuova assemblea regionale allora appena eletta fossero seguiti i fatti, e da una rapida verifica è risultato in effetti che a marzo 2007 (un anno dopo l’annuncio) è stata approvata una legge regionale (n. 8/2007) che istituiva il “Parlamento regionale degli studenti” … da allora più nessuna notizia. Sulla pagina del sito regionale dedicata al “parlamentino” si legge: “In queste pagine sono pubblicati i lavori del parlamento dei giovani: l’Assemblea degli studenti, che si riunisce almeno tre volte all’anno nella sede del Consiglio regionale della Regione, lavora suddivisa in tre commissioni: istruzione, diritto allo studio e politiche regionali per i giovani; formazione e lavoro; cultura, sport e turismo”.
Versante Ligure
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Sii cauto a giudicar
il tuo penoso stato
non devi sentenziar
che ormai sei rovinato:
sia in te, oltre che il Tar,
pur’il Consiglio di Stato.

email: enzo@enzocosta.net; http://lanterninoenzocosta.blogspot.com
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://proveaglaja.blogspot.com
Informazione – L’invisibilità selettiva delle donne musulmane
Distribuzione de Il Manifesto alla manifestazione per la libertà di stampa, Roma 3 ottobre 2009 Foto Pierantoni
Lo scorso 29 ottobre nei dibattiti organizzati dalla rivista femminista Marea per festeggiare i suoi quindici anni di vita, hanno preso la parola anche donne musulmane, o comunque appartenenti a quell’area culturale: al di là delle cose dette, la cosa interessante è stato questo prendere la parola, studentesse tra studentesse, esperte tra esperte, in confronti che non erano dedicati alla immigrazione o alle donne migranti. Uno scampolo di normalità.
Dell’intervento di una studentessa alla Facoltà di Lingue al dibattito sul documentario “Il corpo delle donne” abbiamo già dato conto in OLI237.
Informazione – La donna nelle TV arabe
Nel mondo arabo, che si estende dal Marocco in Africa fino alla Palestina in Asia, passando per altri venti paesi tra cui Egitto, Libano, Giordania, Iraq ed Emirati Arabi, la rappresentazione della donna in TV è varia e diversificata, ma continua a dominare il modello europeo ed americano. Le fiction americane hanno lo stesso (molto) spazio che hanno nelle TV italiane, i format di “successo” nel mercato internazionale vengono riproposti quasi uguali, dai quiz ai reality show, dove è davvero difficile nascondere il corpo. I video clip musicali più trasmessi e più seguiti nelle TV arabe sono quelli di Haifa Wahbi, Nancy Ajram, Rolla ecc., che sono molto “belle”, o meglio dire “sexy”.
Città – Gente che viene, gente che va (di plastica e di marmo)
Osservare e – se necessario – criticare l’informazione non deve limitarsi ad articoli di giornali o a servizi radiotelevisivi. Esiste anche un’informazione più subdola, capillarmente diffusa, non scritta e non detta ma recepita con gli occhi e altrettanto deleteria nel travisare la realtà.
L’universo di segni che ci circonda veicola non di rado messaggi che gabellano per vero ciò che invece autentico e/o valido non è – sul territorio, negli scenari urbani, negli ambienti di vita pubblici e privati – mescolando in un unico omologante calderone il patrimonio culturale che abbiamo ereditato nei secoli con le gratuite bizzarie escogitate da certi nostri contemporanei. Ne conseguono perdite di senso, disagio per i più avveduti e confusione per tutti, in un processo perverso che si autoalimenta coi propri effetti negativi.
Se è deplorevole che ciò avvenga negli interventi dei privati, è inaccettabile quando viene promosso o tollerato da pubblici amministratori che controbattono alle disapprovazioni sostenendo che si tratta di questioni di poco conto, cosa che non è.
Un caso esemplare riguarda Palazzo Ducale a Genova e alcuni sciagurati esiti della mostra “El siglo de los Genoveses”, allestita nel 2000.
Sviluppo – Ricerca sì nucleare forse?
Al Festival della Scienza 2009 si è discusso di “Il nucleare del futuro e il futuro del nucleare”. Platea vasta, tanti i giovani.
La notizia è che per 20 posti al master di impiantistica nucleare ci sono state 210 domande, presentate da giovani laureati, ingegneri, fisici, matematici.
Un bel numero. Quindi si vorrebbe attivare il corso di laurea in Ingegneria Nucleare, come a Torino, Milano, Pisa.
Che i nostri giovani siano meno idealisti della generazione Chernobyl? O magari solo più pragmatici?
Treni d’Italia – Atto unico in tre scene
Sulla pensilina, un giovane
Milano Centrale. Diciassette anni e non sentirli.
Macchè. Non studio. Son mica mio fratello.
Manovale. 3000 kg al mese sollevo per una Freccia Rossa.
Sesto-Milano-Bologna-Lugo, andata e ritorno.
Alba, discoteca e valigia stipata: le “pietanse” di zia.
Cinema – Genova, città catartica per Winterbottom
Un regista di talento, l’inglese Michael Winterbottom, folgorato da una delle città più affascinanti e “cinematografiche” – ma cinematograficamente poco sfruttata – del nostro Paese. Il risultato di questo inaspettato connubio è Genova, girato nella nostra città nell’estate del 2007 e uscito, finalmente, nelle sale di tutta Italia il 16 ottobre scorso.
Ma chi si aspettava una pellicola impegnata e di denuncia “alla” Winterbottom (autore, tra gli altri, di Welcome to Sarajevo, Road to Guantanamo, Cose di questo mondo, e A Mighty Heart) è rimasto deluso, perché l’ultima opera del regista inglese è un ritorno al cinema tradizionale, alla fiction pura.
Cornigliano – Quando ogni cosa sembrava al suo posto
A partire da questo numero OLI pubblicherà alcune foto che Giorgio Bergami ha scattato a Cornigliano tra gli anni Cinquanta e Sessanta, immagini di profonda bellezza che ci restituiscono il quotidiano lavorativo e familiare di un quartiere, oggi irriconoscibile. Negli ultimi sessant’anni Cornigliano è stata disponibile al cambiamento a condizione che dietro ad ogni trasformazione ed al sacrificio che comportava ci fosse un progetto concreto per il bene comune.