Scorrendo gli elenchi degli scomparsi all’Aquila e le loro date di nascita, leggi che molti sono ventenni, studenti. La loro Casa è la metafora d’Italia, che coccola i suoi cuccioli, piccoli o adulti, con cellulari, pizzerie a gogò, lavanderie, bar e un’ accoglienza fatta di muri di sabbia, quando non sono affitti da 200 o 300 euro per letto mensili. Vengono da tutto il Sud per Economia, Medicina o Ingegneria, una “eccellenza”, con genitori che fanno la spola con olio e formaggi per far dimenticare la pasta incollata della mensa universitaria. Ma non riescono a proteggerli da amministrazioni avare che delle opere pubbliche apprezzano solo visibilità “politica”.
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