Autore: Redazione

  • VERSANTE LIGURE



    SULL’ORLO
    DELLE PRECIPITAZIONI

    Che ogni inviato corra!
    C’è una notizia grave!
    All news la tele sferra
    su un fatto che commuove:
    non di Gaza la guerra
    ma l’emergenza neve.



  • Web Marketing – Il Secolo XIX chiama, i professori non rispondono

    Nel panorama di questa moderna web-informazione sempre più friendly e interattiva, dove al lettore è concesso di partecipare con i propri commenti al dibattito suscitato da questo o quell’articolo, in una spettacolarizzazione “partecipata” della notizia, il Secolo XIX porta a casa un punto che pochi avrebbero osato segnare, quello della sfacciataggine e dell’autoreferenzialità.
    Il 9 gennaio nella home page del quotidiano ligure Marco Menduni pubblica l’ennesimo articolo-inchiesta sull’Università di Genova e sulla professionalità dei suoi docenti: “Università: se la rivolta dei professori è tutta qui”. “Tutta qui” nel senso che i professori non si sono ribellati troppo, non hanno difeso strenuamente i loro Istituti, non hanno risposto adeguatamente alle accuse ricevute dal giornale.
    Ma dove i professori universitari avrebbero dovuto “ribellarsi” agli articoli dell’inchiesta del Secolo XIX?

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  • Precari – La fatale caduta del piccolo Cesare

    Se credete che soltanto la morte sia sinceramente democratica, peccate di grossolanità e di disinvoltura di giudizio. Anche Cesare ne era convinto, fino al giorno in cui, dopo un’estenuante attesa nella sala dell’agenzia interinale, si trovò di fronte una vecchia conoscenza: un suo ex dipendente, Rossi, un ragioniere di giovane età e scarse speranze che qualche anno prima aveva licenziato dalla sua azienda, senza troppi rimpianti né sensi di colpa.
    Cesare nella vita non aveva fatto altro che l’imprenditore, lavorando a fianco del padre. Aveva iniziato molto presto ad assaporare il gusto del comando e a gestire il peso delle responsabilità, e tali fardelli, gravosi per un ventenne, avevano schiacciato e formato le sue strutture mentali allo stesso modo in cui nelle novelle di Verga le gerle cariche di carbone rattrappivano le ossa dei ragazzini di miniera.

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  • Genova – Numeri: virtuosi, imbarazzanti, sconosciuti

    Perché i ragionamenti che fanno ricorso ai numeri appaiono più convincenti? Perché i numeri hanno bisogno di poco spazio per mostrare la loro natura. E’ vero: spesso si dice troppo poco di chi e come dia i numeri ma bisogna contentarsi. Prendete Repubblica del 9 gennaio scorso “Noi un porto per i grandi eventi”. Genova sarà il porto di “Torino 2011” – che festeggerà i 110 anni dell’Unità d’Italia (cioè un sacco di soldi) – e di “Milano Expo 2015”, altro sacco di soldi. Quanti? Tantissimi. Genova potrà metterci becco a una semplice condizione: che a percorrere in treno la tratta Genova Milano e Genova Torino non si superi l’ora. Torino è tra due anni. Un’ora tra due anni: saranno numeri fantastici?

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  • don Prospero – Moschea? Neppure nel presepe

    Sulla moschea nel presepe di don Prospero si sono espresse in questi giorni le più disparate opinioni. Non sono mancati quelli che non comprendendo niente di quel gesto, del quale è già stato spiegato il senso dall’interessato, si sono affrettati a scrivere che l’anno della fuga di Maometto (Egira) è il 622 d.C e perciò di moschee al momento della nascita di Gesù non c’era neppure il seme. Un falso storico, dunque. Altri, quelli che hanno paura dei diversi e tentano di diffonderla in tutti i modi nel mondo in cui vivono, hanno minacciato il finimondo. Di fronte a questo fantaterrorismo che cosa ha fatto la Curia? Invece che difendere una scelta coraggiosa e “diversa”, ha consigliato il sacerdote di togliere la moschea dal presepe. Così a Genova, vista l’esultanza di leghisti, fascisti, intolleranti e integralisti cattolici, il gesto della Curia sarà frainteso e passerà più facilmente l’idea che una moschea è inopportuna non solo nel presepe, ma anche nella città. Si affretti Marta Vincenzi a promuoverla, altrimenti si troverà le mani legate da un referendum obbligatorio per legge che priverà per sempre i fratelli musulmani (questo intendeva don Prospero) di un luogo di preghiera, come Costituzione prevede.
    (Giovanni Meriana)

  • Taranto – “Il bello e il brutto” … e il cattivo

    Taranto, 11 novembre 2008. La foto qui accanto, “Il cancro della mia città”, è la vincitrice di una delle due sezioni del concorso fotografico “Il Bello e il Brutto”. Eleonora Borsci, l’autrice, così la presenta: “Domenica 3 agosto 2008, verso le 19.30, un’immensa nube di fumo nero si è riversata nel cielo tarantino dall’Ilva. Complice la mancanza totale di vento, il fumo nero come la pece si è ben distribuito su tutta la città, dall’isola della città vecchia fino a S. Vito. Perchè dobbiamo subire uno scempio del genere? Quando raderanno al suolo questo mostro? Quando smetteranno di morire le persone dei Tamburi?”. Nessun premio, ma la soddisfazione di vedere scelta la propria foto tra oltre 400 scattate anche da turisti italiani e stranieri. Tutte pubblicate sul Portale del turismo pugliese, perché il concorso è stato promosso dall’assessorato al Turismo della Regione. Un piccolo ma apprezzabile contributo istituzionale alla costruzione di un’immagine non fittizia del territorio. Possibile anche perché ad essa concorre una ampia rete di iniziative politiche, culturali e artistiche veicolate spesso su internet (siti, blog, forum, youtube, facebook).

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  • Unione europea – Italiani brava gente

    Da Repubblica.it del primo gennaio, “Lui non è degno di essere salvato, lasciano morire invalido in agonia”. L’articolo racconta una storia di ordinaria follia in una cittadina della profonda campagna inglese, dove traditi da un cellulare due paramedici hanno deciso di comune accordo di non assistere un invalido colpito da un infarto perché a loro avviso non meritava di vivere. In se stessa, la notizia non è che meriti un commento, semmai un po’ di pietà per il povero malcapitato e qualche interrogativo sul problema della scelta dei ruoli lavorativi delle persone nella nostra società, legata a fattori esclusivamente economici, politici o legali e ormai non più etici.

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  • Ilva – Topi in attesa del pifferaio

    Regione Liguria, 9° piano di via Fieschi, martedì 23 dicembre 2008. Gruppo sindacale in un interno. L’incontro doveva avere la leggerezza dell’accordo concluso. Assessore, funzionari e delegati avevano visionato i fogli relativi a un piccolo rimborso per i lavoratori Ilva al quarto anno di cassa integrazione straordinaria. Poi il discorrere pacato, la presa d’atto adulta e consapevole che di rientro al lavoro – quello vero – non c’era sentore. Uno scrollare di spalle, seguito alla resa davanti all’inesorabile che, in certe riunioni non trova mai una forma compiuta, ma è fatto di mezze parole, allusioni; attesa e inerzia.
    “Ma voi avete valutato una soluzione politica per questa faccenda?” chiede lei.

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  • Cambio della guardia al “Lavoro-Repubblica”

    Ho casualmente appreso dal Tg regionale Rai di un nuovo cambio della guardia a capo della redazione di Repubblica Genova. Da fedele lettrice di quel quotidiano, vorrei cogliere l’occasione per rimarcare la mia soddisfazione riguardo la linea editoriale adottata dal giornale in quest’ultimo anno (in primis, una netta presa di distanza dalle politiche scajoliane, con conseguente epiteto di “tazebao” riservato dal ministro al Lavoro, il giornale di Pertini, mi piace ricordarlo!) e per auspicare quindi una continuità su questa strada, a mio avviso positiva. In tempi preoccupanti in cui l’informazione funge da voce del Padrone, è importante conservare invece una voce critica.
    (Ada Bodrato)

  • Befana caramellosa e anche smemorata

    Ma che Befana caramellosa per Legambiente 2009!
    Quest’anno ai nostri politici locali poco carbone e tanti dolcetti, da sottolineare fra i più significativi quelli alla Regione che, bontà sua, ha finalmente creato il Parco delle Alpi Liguri, al Comune per la raccolta differenziata porta a porta in amplissima area cittadina, Sestri Ponente, ma che ancora non ha spiegato dove poi finiranno i rifiuti. Bonbons anche alla Provincia che ha creato addirittura l’ufficio per i diritti degli animali, ma, ahimé. ha ricevuto carbone per aver autorizzato i PUC di Recco e Arenzano.

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