Genova – Numeri: virtuosi, imbarazzanti, sconosciuti

Perché i ragionamenti che fanno ricorso ai numeri appaiono più convincenti? Perché i numeri hanno bisogno di poco spazio per mostrare la loro natura. E’ vero: spesso si dice troppo poco di chi e come dia i numeri ma bisogna contentarsi. Prendete Repubblica del 9 gennaio scorso “Noi un porto per i grandi eventi”. Genova sarà il porto di “Torino 2011” – che festeggerà i 110 anni dell’Unità d’Italia (cioè un sacco di soldi) – e di “Milano Expo 2015”, altro sacco di soldi. Quanti? Tantissimi. Genova potrà metterci becco a una semplice condizione: che a percorrere in treno la tratta Genova Milano e Genova Torino non si superi l’ora. Torino è tra due anni. Un’ora tra due anni: saranno numeri fantastici?


Altri numeri – percentuali questa volta – su Repubblica dell’8 gennaio scorso. I Genovesi, si legge, sono consumatori virtuosi e il 78% di loro pensa che l’ambiente costituisca una priorità da rispettare. Virtuosi ma anche malfidenti: il 48% è convinto che la raccolta differenziata sia una bufala e che la rumenta finisca tutta assieme a Scarpino. Forse per questa ragione la “differenziata” in Liguria – malgrado il 78% di virtuosi – non raggiunge il 20%. Un neo che non oscura un altro numero virtuoso (Repubblica 6 gennaio): la Liguria ha poche auto! Soltanto – si fa per dire – una macchina ogni due persone. E virtuosa è anche perché solo il 32% (contro la media nazionale del 40%) si abbevera alle reti Mediaset (Repubblica 8 gennaio). Che però ha fatto sapere che non gliene frega niente perché i vecchi comprano meno, cioè non virtuosi ma rimbambiti.
Ancora numeri questa volta per l’economia. Su Repubblica del 21 dicembre: “Genova è più piccola ma la sua economia cresce”; del 6%. tra 2003 e 2005. La sua ricchezza viene per l’84% dal terziario in aumento del 25%. In difficoltà (“meno brillante”) invece il trasporto pubblico e addirittura male la sanità (ve ne eravate accorti?): meno 10% dei posti letto, meno 49% del personale ospedaliero. Intanto siamo arrivati al 2009: chissà cosa sarà successo nei tre anni successivi al 2005. Secondo Repubblica del 18 dicembre tra le cose successe c’era che i Liguri pagano più tasse che nelle altre regioni italiane. La notizia accolta dalla prevedibile ventata di vittimismo si spiega col possedere la Liguria il patrimonio immobiliare forse più importante in Italia. Alla faccia del fatto che la classifica nazionale della qualità della vita l’abbia vista retrocedere dal 56° posto dell’anno scorso al 77° di quest’anno (Repubblica 8 dicembre). E a proposito del patrimonio immobiliare i genovesi guidano la classifica di chi lo sa far rendere: “1600 euro per due stanze: la rivolta dei senegalesi” (Repubblica 22 dicembre scorso).
Alla prossima NL il numero dei contratti a termine in scadenza, degli scippi, della criminalità dei colletti bianchi (un record locale), dei km di strisce gialle che il Comune non ha ancora tracciato dopo essersi impegnato con AMT, delle manutenzioni mancate…
(Manlio Calegari)