BARATTO OBAMA
Affare, affarissimo:
scambio (è un pezzo raro)
guitto pitturatissimo
che agghiaccia il mondo intero
cantando “Abbronzantissimo!”,
con grande leader nero.

TRASH: Più bianco (e ridicolo) non si può
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Illustrazione di Aglaja
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“Louma aneia tikaffi meia”, Mohamed divide il pane in tanti pezzi, che usa poi per raccogliere la crema di fave e salsa tahina nel suo piatto, “un boccone buono basta per cento”, traduce, sorridendo. La tavola, nella cucina un po’ buia ma accogliente, è imbandita per una cena di benvenuto: limoni in salamoia, una grossa ciotola in terracotta piena di riso, una montagnola di falafel appena fritti, fumanti, melanzane in salsa. Su tutto svetta una bottiglia di Coca Cola.
In uno dei più famosi film di Méliès, il padre degli effetti speciali, la luna era rappresentata da un faccione sopra un fondale dipinto. Il razzo che vi atterrava lasciava il malcapitato pianeta con un occhio pesto: gli spettatori rimanevano piacevolmente stupiti per il trucco. Dire che la tecnologia si è sviluppata enormemente nel lasso di questi quasi cento anni è una tautologia. Ci aiuta e ci diverte. Ci salva la vita e ci dà da lavorare. Ci condiziona e ci rigenera. E’ una sorta di paradiso a portata di mano. Come l’Aleph di Borges tutto il mondo sta dentro, nuota e si sostanzia nella tecnologia.
I quotidiani scrivono da settimane della protesta contro la riforma Gelmini. Dopo anni di buio le manifestazioni studentesche hanno contribuito ad accendere i riflettori su ogni settore della scuola, a cominciare da quella primaria. Maestre, bambini, genitori hanno unito le loro ragioni a quelle degli studenti. Lo stesso hanno fatto i ricercatori e la popolazione dei precari. Nel movimento degli studenti si sono affacciati anche docenti e rettori universitari, quelli almeno che hanno finalmente capito che rischiano di assistere in tempi brevi alla smobilitazione delle università dove insegnano e che governano. Si sa già quando avverrà: tra l’inverno e la primavera del 2010 buona parte delle università dovranno dichiarare lo stato di insolvenza ed essere commissariate (Repubblica 30 ottobre “Il funerale dell’università”).