Autore: Redazione

  • Morire sul lavoro – Leggi avanzate ma ignorate

    Le testimonianze che ci arrivano da due piccole (ma non troppo) e consolidate aziende genovesi spiegano perfettamente come si possano verificare tanti infortuni mortali e tante gravi malattie professionali in un Paese (l’Italia) che può vantare una “tra le più avanzate legislazioni europee” in materia di sicurezza, come ha detto il ministro Cesare Damiano al momento dell’approvazione del Testo Unico sulla sicurezza lo scorso 1° aprile.

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  • Sanità/1 – Le non notizie da conoscere

    Fra gli ultimi provvedimenti che il Governo si è apprestato ad approvare prima delle elezioni vi è il Decreto attuativo -firmato il 2 aprile- di una legge che prevede il passaggio della Medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale. Questa legge è la 230 del 1999, ed è stata promulgata con l’intento di rispettare tanto la normativa europea quanto l’art. 32 della Costituzione Italiana che prevedono che ogni cittadino abbia diritto alle stesse cure qualsiasi sia il suo stato sociale ed economico. Dopo otto anni quindi la gestione degli interventi sanitari e del personale medico e infermieristico non dipenderà più dagli Istituti di detenzione e passerà al SSN, quindi alle Regioni. Potrebbe sembrare un’informazione destinata ad un pubblico ristretto, ‘tecnico’, a chi in carcere ci lavora o ha a che fare con esso; ma in realtà tocca ugualmente tutti i cittadini, visto che in seguito al decreto la regione Liguria si troverà a dover gestire un centinaio di dipendenti in più e assicurare lo stesso livello di assistenza dentro e fuori il carcere, e senza che per questa operazione siano stati assegnati fondi aggiuntivi. Si parla di posti di lavoro, di appalti dei servizi infermieristici, di soldi che la Regione potrebbe dover integrare per assicurare il servizio: cose che, ad oggi, non hanno ancora trovato posto sulla nostra stampa locale.
    (Maria Cecilia Averame)

  • Sanità/2 – 34 cents al giorno costo della vita

    Quaranta euro è quello che costa in più una mammografia ottenuta privatamente nello spazio di due giorni, rispetto alla prima data disponibile presso una struttura pubblica: cioè quattro mesi di attesa se si accetta di rinunciare alle vacanze e fare l’esame nel pieno del mese di agosto. Altrimenti si dovrà aspettare a fine settembre, sei mesi.
    Se c’è qualche motivo che spinge a non attendere troppo, chi può permettersi un investimento di quaranta euro aggiuntivi correrà dal privato.
    Non ci correranno solo le persone tanto povere da non poter investire quaranta euro per un esame potenzialmente salvavita.
    Quaranta euro per quattro mesi di attesa aggiuntiva equivalgono a 34 cents al giorno. C’è qualcosa che non va nel confronto tra servizio pubblico e privato.
    (Paola Pierantoni)

  • Internet – Le nuove frontiere del giornalismo

    Dopo la rapidità dell’informazione trasmessa prima con la televisione e poi ancor di più tramite il web i mezzi di comunicazione stanno affrontando un altro storico avvenimento: il lettore del web-giornale che, attraverso i forum dei giornali, i blog collegati alle principali testate e i commenti alle notizie interagisce e risponde all’autore e alla redazione. Sul sito del Secolo XIX i commenti dei lettori sono in calce alle notizie, leggibili senza nemmeno dover cliccare sull’apposita finestra, presentati quasi con la stessa importanza dell’informazione contenuta nell’articolo. E’ una sorta di ciarliero salotto telematico dove l’interesse del lettore premia l’articolo più significativo grazie ad un mero conteggio dei commenti. E così gli interessanti spazi di Maggiani, le ‘Ventirighe’ di Giuliano Galletta, la finestra politica di Giovanni Mari o l’angolo tutto femminile di Silvia Neonato e altri blog sono seguiti da qualche aficionado e premi ati da pochi commenti, mentre il grande pubblico affolla gli articoli di cronaca e i fattacci genovesi.

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  • Elezioni – Spiegare la storia ai nostri nipoti

    Che botta!
    Tragedia! Grande tragedia!
    Svegliarsi con questo governo!
    No. Io proprio domani non mi sveglio. Mi giro dall’altra parte.
    Sai che faccio? Da oggi non parlo più di politica: solo di cucina e figli…Ma davvero è andata così male? Quanto male?
    Sono fuori di casa…Non ci posso credere…
    Hai idea di quando nomineranno i ministri? Beh allora toccheremo il fondo!
    Promettimi, davvero promettimi che non parleremo più di politica!
    Ma il PD è andato bene…
    E già. Ma abbiamo perso tutti

    La dimensione della catastrofe si accende sulla mia linea telefonica. E’ come una valanga. Una slavina di cui conosci entità e grandezza, della quale non puoi ancora quantificare le vittime, ma puoi prevederne l’impatto.

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  • Fondazione: aspettando il suo programma

    Ho letto con molto interesse gli interventi di Calegari su cultura-genova-fondazione ecc. Come sempre Manlio in poche righe introduce molti argomenti su cui riflettere e confrontarsi. Cosa che mi piacerebbe fare rispondendo anche agli interrogativi avanzati. Con una puntualizzazione che ritengo comunque opportuna. Forse alcuni “politici” hanno risposto alla davvero modesta discussione aperta da Il Lavoro con un intervista più o meno puntuale perchè “verba volant” ma il sottoscritto ha cercato di introdurre temi, forse non rilevanti, firmando e senza alcuna intenzione di chiudere il dibattito.

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  • VERSANTE LIGURE


    DC AL (DOPPIO) TAGLIO

    Politica che puzza?

    Modello gag di Crozza?

    In cui il peggio sguazza?

    Non ci si raccapezza?

    Stai su, fatti una Pizza!

    (anche se non in lizza).


    Pizza alla vera bufala

  • Elezioni – L’alfabeto della democrazia

    In questi giorni pre elettorali i giornali ospitano le dichiarazioni di questo o di quella a proposito delle intenzioni di voto. Così apprendiamo che Patty Pravo non ha mai votato e che non andrà proprio a perdere il suo tempo così.
    Apprendiamo anche che Beppe Grillo andrà a pescare. Anche a lui il tempo passato dietro alle sue privatissime occupazioni pare evidentemente troppo prezioso per disperderlo in un sofferto confronto con la realtà.
    Nella galleria degli intervistati su Repubblica del 7 aprile c’è anche chi, pur soffrendo per la delusione e l’incertezza delle prospettive, non cessa per questo di pensare e di assumersi la propria specifica responsabilità. Nanni Moretti dichiara la sua antipatia per chi si trincera dietro al “tutti i partiti sono eguali e non ne vale la pena”. Andrea Camilleri in un primo momento aveva pensato di astenersi, ma non aveva glorificato questa scelta, l’aveva definita “amara”, non aveva voglia di parlarne. Poi ci ha ripensato: tentare di evitare la prospettiva “oscena” del ritorno al governo del paese di uno “che non conosce nemmeno l’alfabeto della democrazia” gli è sembrato un motivo abbastanza serio da indurlo a rinunciare alla tentazione.
    (Paola Pierantoni)

  • Tecnocity – La collina degli Erzelli tra pubblico e privato

    Villaggio tecnologico degli Erzelli. Nel lungo dibattito che contrappone sostenitori (il futuro di Genova) e detrattori (un’operazione meramente speculativa) si è recentemente inserito un nuovo tema. Dimentico delle Grandi Opere del suo Cavaliere, Gianni Baget Bozzo scrive sul Secolo XIX del 13 febbraio che “la cultura diessina è gestione del territorio, tende a occupare spazi […] mettendo a frutto la rendita territoriale e non l’impresa”. Forse nessuno avrebbe reagito se non avesse aggiunto che “la questione centrale è l’operazione degli Erzelli, un ampio intervento sul territorio per creare, con investimenti pubblici, una città tecnologica”.

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  • Alitalia – Non cordate, ma collette

    C’è una sottile e divertente analogia tra la vicenda dell’Alitalia e quella dell’ormai famosa precaria di Berlusconi. L’Alitalia aveva un corteggiatore (l’Air France-KLM), la precaria (ipotizziamo) un fidanzato. Berlusconi è intervenuto con tutte e due, all’Alitalia promettendo una cordata italiana più onorevole e patriottica, alla precaria facendole balenare l’idea di un matrimonio con un Principe azzurro (e miliardario). Risultato: Alitalia e precaria sono rimaste per ora zitelle.

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