Autore: Redazione

  • Trasparenza – Siamo sicuri di volere la sicurezza in porto?

    “Morti bianche, porto paralizzato … Cento per cento di adesione allo sciopero … Non si è mosso un chilo di merce”: titolo ed articolo su Repubblica del 20 gennaio trasmettevano il messaggio di una reazione forte e compatta a fronte di un fatto gravissimo, la morte sul lavoro dei due operai di Marghera. Il sindacalista intervistato dice “Genova è particolarmente sensibile al problema della sicurezza”. Ma al di sotto di questo quadro di sensibilità e compattezza sul tema della sicurezza in porto ci sono contraddizioni di rilievo.
    Molto si è parlato, ad esempio, del ruolo, dei poteri, e relative aspettative e speranze degli otto rappresentanti dei lavoratori (quattro dei terminal e quattro della Compagnia) che dovrebbero poter accedere a tutte le aree del porto per vigilare sulle condizioni di sicurezza. E’ augurabile che ciò possa portare ad una svolta.

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  • Laicità – La rivoluzione biomedica e i passetti della politica

    “Libertà e giustizia” ha organizzato a Genova il 30 gennaio un incontro su “Bioetica e convivenza civile”. Il dibattito fa parte di una serie che avrà come tema la laicità.
    Si tratta di una scelta coraggiosa in questi tempi in cui la laicità viene accompagnata da aggettivi quali radicale, estrema, cieca, con l’obbiettivo di spogliarla della sua stessa natura, relegandola in un ambito dove non può far danno. Se fosse il personaggio di una favola farebbe la fine della strega cattiva e la storia ci ha insegnato che fine – nella realtà – facevano le streghe.
    La sala è abbastanza piena. Il pubblico, decisamente over quaranta, conosce Libertà e Giustizia, ne ha condiviso le battaglie, prima fra tutte quella in difesa della costituzione italiana.
    All’incontro Maurizio Mori dell’università di Torino, Franco Henriquet dell’Associazione Gigi Ghiotti e la giornalista Silvia Neonato.

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  • Libri – L’istruttiva istoria del “Male di pietre”

    Per chi è in cerca di buone notizie, eccone una: “Male di pietre” di Milena Agus (ed. Nottetempo euro 12) è stato eletto libro dell’anno 2007 dagli ascoltatori di Fahrenheit. Questo vuol dire due cose: in Italia ci sono molte persone che leggono libri bellissimi e che sanno dar voce al piacere della lettura.

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  • Il bingo degli assegni familiari

    Gentili Ministri,
    da oltre sette anni lavoro per un Ente locale, dopo aver lavorato per circa dieci anni come “libero professionista senza garanzie”, ovvero come atipico/precario; da 13 anni sono padre e da sei sono sposato. Prima di essere un lavoratore dipendente consideravo l’assenza sostanziale di forme di riconoscimento e sostegno economico alla mia condizione di genitore come un portato “naturale” della mia “scelta di libertà”, inoltre non ero sposato e quindi – pensavo – lo stato non vuole darmi nulla perché io non mi sono impegnato a costruire una “vera famiglia”.
    Questo accadeva prima del 2000, ancora si parlava poco di atipici e di stabilizzazione, tanto meno di Dico, Pacs ecc. Poi mi sono allineato: il matrimonio e un lavoro stabile! Adesso – pensavo – sono membro della società a tutti gli effetti avrò quello che mi spetta!

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  • Attualità di Carlo Levi

    C’è una concezione circolare della Storia, forse derivata da filosofie orientali, che parla di un eterno ritorno, di un ciclo che si compie e ricomincia da capo, alternando momenti alti e bassi, immutabile ed eterno. La concezione Cristiana, e anche Marxista dà invece un senso di marcia alla Storia, la vede come un viaggio che porta verso una meta, sia essa la Resurrezione della carne o il Sol dell’Avvenir. Pensando a queste teorie nella situazione attuale dell’Italia mi sono venute in mente le parole di Carlo Levi, tratte dal suo libro “L’Orologio”.
    (Valerio Diotto)

    Nel nostro sito riportiamo testualmente il brano di Carlo Levi (clicca qui).

  • VERSANTE LIGURE



    TOPONOMISTICA

    Che data empia, guasta

    blasfema, satanista

    e storico-scientista

    (dalla Sapienza imposta?)

    sa di breccia laicista!

    Gridiam: “Via Venti basta!”

    va un’altra targa posta:

    Via Chiesa buona e giusta.



    “Hai sentito? Vogliono intitolare la strada  alla Chiesa”
     “E al nostro posto chi mettono? Le Guardie Svizzere?”

  • Crisi – Perché quel siluro odora d’incenso

    Il macigno che ha seppellito il governo Prodi è rotolato partendo da san Pietro. Lo hanno sostenuto nei giorni scorsi vari esperti di cose vaticane; gente non sospetta di simpatie per il centro sinistra.
    In breve: la crociata contro la 194, la quotidiana aggressione di Ferrara, la ritirata dalla Sapienza con successiva assemblea pro Ratzi a San Pietro erano il gioco dei ladri sull’autobus. Due fanno casino da una parte mentre il complice, sul lato opposto, vi mette le mani nella borsa. Sapienza, 194 e Ferrara sono quelli che dovevan far casino; per il ladro c’è stato solo l’imbarazzo della scelta.

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  • Consensi – Per una fenomenologia del caso Mastella

    Certe interviste-flash, nella loro autenticità, sono imperdibili perché al pari delle biopsie prelevano dal tessuto socio-culturale brandelli capaci di rivelare la natura di una patologia profonda. E’ il caso delle due signore borghesi che sono state interrogate dalle telecamere di “Anno zero”, per capire le ragioni della loro presenza solidale fuori dal villone dei Mastella, nonostante la pioggerellina invernale. Entrambe hanno risposto che a portarle lì insieme a qualche altro, era anzitutto un sentimento di simpatia, di gratitudine per la disponibilità umana sempre dimostrata verso la sua gente dall’allora ministro.

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  • Iplom Busalla – Convivere con il rischio o il lavoro se ne va

    Il 1° settembre 2005, un guasto all’impianto di desolforazione della raffineria Iplom di Busalla provocò un violento incendio. Nel paese si sfiorò una tragedia immane. “È innegabile che, nonostante gli ingenti investimenti dell’azienda per ridurre l’impatto ambientale, il tipo di produzione sia poco compatibile con quell’area compresa tra autostrada, fiume Scrivia e centro abitato” – dichiarava all’indomani l’assessore regionale all’ambiente Franco Zunino. E ancora: “C’é l’obiettivo del 2013 [data in cui termina la concessione ministeriale all’azienda, nda], bisogna cercare di lavorare per accorciare questa scadenza”.

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  • Vincenzi-Burlando – Ma le ragioni di scontro non sono caratteriali

    “Dopo la pace diteci cosa farete”: titolo dell’editoriale di Repubblica del 26 gennaio ’08. La pace è quella siglata, al pranzo organizzato da loro collaboratrici, tra Burlando e Vincenzi (Repubblica 24 gennaio ’08, “Siamo diversi ma non dite più che litighiamo”). Meglio la pace, si capisce, ma ad oggi non c’è stata una rappresentazione convincente dello scontro tra loro, ridotto a conflitto personale, di carattere o di genere. “State facendo il male di Genova” o “mettetevi d’accordo” erano le parole della stampa. Messaggi al plurale ma era lei, Vincenzi, la destinataria del messaggio. Solo per lei le battute ironiche e le tiratine d’orecchia – “le scorribande” oppure “gli effetti speciali” della sindaco” (Repubblica 7 gennaio ’08). La città avrebbe voluto dalla sua stampa le ragioni dello scontro; capire perché la semplice parola “scontro” era da considerarsi imbarazzante al punto di invitare i protagonisti a fare i bravi.

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