Autore: Redazione

  • VERSANTE LIGURE

    REO CONFESSO-DAY
    Di Grillo non gradisco
    la santonesca stoffa
    il qualunquismo brusco
    la clava finto-buffa
    perciò io mi punisco:
    mi autospedisco un “vaffa!”.


    Enzo Costa
    enzo@enzocosta.net
    www.enzocosta.net

  • Portale turismo / 1 – Povera Liguria finita nei loghi comuni

    Sono un turista. Positivo, entusiasta e pieno di buona volontà: ho l’adrenalina che frizza in valigia, tutti i recettori neuronali attivati, i birkenstock che scalpitano come sudati cavalli berberi. Ho scelto l’Italia come meta delle vacanze, ma ho ancora qualche dubbio: mare, montagna o città d’arte? Google mi aiuta, e, inserendo Italia, come seconda voce, vedo comparire www.italia.it, che si autodefinisce il “portale del turismo italiano”. Sembra fare proprio al caso mio. Appare un logo inquietante, una specie di cetriolone verde, ma non mi faccio intimorire e, senza badare agli aspetti tecnici, vado dritta a cercare una regione da visitare… la Liguria, ad esempio. “Regione del Nord Italia lambita dal mar Ligure e confinante con la Francia”. Ottima presentazione per essere un portale del turismo. Mi riporta al dolcissimo ricordo del mio sussidiario di terza elementare.

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  • Portale turismo / 2 – Un ammasso di banalità costato carissimo

    Il succitato terrificante portale è il protagonista di una tra le vicende che trovano voce prima -o unicamente- su internet. Il caso www.italia.it in breve: nel 2003 viene istituito il “Fondo di finanziamento per i progetti strategici nel settore informatico”, nel cui ambito ricade la creazione di un portale per la promozione turistica dell’Italia e di contenuti per esso. Il bando di gara viene vinto da un consorzio temporaneo di impresa costituito da IBM, ITS e Tiscover, ad aprile del 2005. Le regioni, finanziate per 21 milioni di euro, hanno l’incarico di fornire i contenuti per il portale. Dopo una spesa di circa 45 milioni di euro (di cui 100.000 euro per il logo -il cetriolone- ideato da una multinazionale di design ) e due anni di attesa, a febbraio 2007 il portale viene presentato dal ministro Rutelli alla BIT e messo on line.

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  • Politica- spettacolo – Mattatore quel Grillo e anche un po’ razzista

    Facile è ormai parlar male di Garibaldi, arriva a dargli del “cretino” la raffinata elaborazione del pensiero leghista; un po’ meno facile è criticare Beppe Grillo, in questo momento di grandi consensi politici per il comico nostro concittadino. Ebbene, senza nulla togliere alla sua capacità di dare corpo e voce alla rabbiosa delusione di una gran massa di italiani che si sentono irrisi dal potere, non solo partitico (da ricordare le sue precedenti e altrettanto coraggiose invettive contro oligarchie bancarie, telefoniche, televisive, ecc.), è difficile non provare una reazione di rifiuto, di indignazione, di fronte alla sua ultima sortita contro Prodi, paragonato a un malato di Alzheimer.

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  • Sicurezza percepita – Il traffico urbano pericolo numero 1

    Molte prese di posizione sulla stampa quotidiana per le decisioni di alcuni sindaci di impedire le prestazioni dei lavavetri. Per tutta la seconda metà d’agosto il dibattito non si è mosso dalla cronaca spicciola dei pro e contro. Non sono mancati i suggerimenti polemici del genere “perché non vi occupate dei mafiosi o dei criminali invece di rompere le palle a dei poveretti?”. Sull’onda -accresciuta da gravi episodi criminali- il ministro Amato ha annunciato, il 3 settembre, un disegno di legge del governo su “macro e microcriminalità”. Il 7 settembre G.D’Avanzo ha scritto su Repubblica un articolo -tutto da leggere- intitolato “Sicurezza e serietà”. Carte alla mano ha dimostrato che gli annunciati tempi di approvazione del provvedimento sono velleitari e che ancora una volta ci troviamo di fronte ad una operazione di facciata. L’articolo sottolinea anche la confusione con cui nel dibattito pubblico viene usato il termine “microcriminalità”.

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  • Management – Perchè non vola quel Colombo

    “L’aeroporto che non decolla” è uno dei titoli dell’ampia inchiesta che sul Cristoforo Colombo hanno fatto Francesco Ferrari, Ferruccio Sansa e Francesco Segoni (Secolo XIX, 17, 18, 20, 21 settembre 2007). Inaugurato nel 1986 come “aeroporto internazionale”, dopo 21 anni, “non ha ancora deciso che fare da grande”. Controllato dall’Autorità portuale (60%), Camera di Commercio (25%) e Aeroporti di Roma (15%) appare tuttora privo di ogni strategia.

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  • Cattedre – Carriere dei docenti e diritti dei ragazzi

    La nota di Paola Repetto, su OLI n 155, dedicata al disastro organizzativo del nostro sistema scolastico, denuncia il disagio parallelo di insegnati precari e sballottati, e di allievi tanto più privati di qualità formativa e di costanza nelle figure di riferimento, quanto più ne avrebbero bisogno. Mi è nato così un pensiero antipatico, e cioè: ma perché gli insegnanti possono scegliersi la sede di lavoro, e potenzialmente, se ben piazzati in graduatoria, cambiarla tutti gli anni fino a giungere alla collocazione “ideale” propagando, ogni anno, questo terremoto fino ai confini del territorio? Una infinità di altre categorie di lavoratori si prendono la sede che gli capita, sia questa l’ipermercato di periferia, o l’ufficio postale, o la fabbrica. Per non parlare di chi se ne deve andare, per lavorare, fuori città.

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  • Contromano la polizia, non solo Burlando

    Cara OLI, chi non ha mai dimenticato la patente? Chi non ha mai rischiato di imboccare una strada in senso vietato? Colpa della segnaletica non sempre chiarissima, dello stress crescente o forse di una capacità di attenzione non più rapida e infallibile come un tempo. Ragion per cui mi sento vicino a Claudio Burlando. Semmai, trovo imbarazzante che gli sia parsa una buona idea estrarre il tesserino da ex deputato: come poteva sfuggirgli l’ambiguità dell’esibizione di uno status, gesto datato che ricorda fin troppo scene del Sorpasso con Gassman o del Vigile con Sordi? Non trovate incredibile e preoccupante che l’esibizione di uno status funzioni ancora?
    Il seguito della vicenda lo ha confermato: gli agenti della Stradale hanno evitato provvedimenti immediati e si sono limitati a un semplice verbale informativo, lasciando prudentemente ai superiori “eventuali ulteriori deduzioni”.
    Burlando, con l’aria di gogna mediatica che tira ha fiutato il mare di guai dove stava finendo e ha chiesto al questore di essere trattato come un cittadino qualunque.
    Troppo facile, ha gridato l’opposizione, lanciata con Plinio e Biasotti in testa a pretendere le sue dimissioni per manifesta insensibilità pubblica. Loro sì che se ne intendono.
    (Lettera firmata)

  • Ecco la vera ragione per cui Novi è inviso

    Cara OLI, l’articolo di m. c. su Novi parla davvero chiaro, e meglio di così sarebbe difficile sintetizzare un quadro che è la metafora concreta dell’Italia. L’elemento comune a tutti gli attori (imprenditori, speculatori, partiti, istituzioni – occupate dai partiti -) è il perseguimento del proprio “particulare”, in un continuo gioco di scambi (tu / mi dai / la cosa più bella che hai, // io / ti do / la cosa più bella che ho) in cui l’interesse pubblico (e chi lo difende) soccombe sistematicamente. C’è solo un’osservazione che vorrei fare: Novi non è incompatibile con la politica perché parla chiaro, ma perché agisce. Questo non è un dettaglio. A mio avviso è una questione fondamentale. Spesso proprio le persone più interessate alla politica sono molto colpiti da quello che dice il tale o il tal altro, e molto meno impressionati dai fatti. Ma la parola ci è stata data per mentire, non occorrono Freud o Eco per conoscere questa semplice verità, ancora più vera per chi occupa posizioni di potere. Bisognerebbe spegnere l’audio, e pensare in primo luogo a quello che si vede, a ciò che è reale. OLI si distingue positivamente proprio perché fa questo, e aiuta tutti i suoi lettori a farlo. In particolare m. c. è sempre una fonte preziosa di informazioni e di ragionamenti sottili, ma sempre basati sui fatti.
    Perciò sono rimasto particolarmente colpito da questo aspetto, enfatizzato dal titolo, di un articolo altrimenti apprezzabilissimo (secondo me, s’intende).
    (Pino Cosentino)

  • VERSANTE LIGURE

    PER UN PARTITO DEMOCRITICO
    L’unanimismo espello
    dai miei mentali tic
    l’alternativa avallo
    la scelta è giusta, è rock:
    ci sia, dove c’è un Tullo,
    un’Olivari Flick.


    Enzo Costa
    enzo@enzocosta.net
    www.enzocosta.net