Repubblica del 16 marzo scorso dedica una intera pagina al sindaco uscente. “Lui che abitualmente bolla con una alzata di spalle le accuse degli avversari stavolta non ci sta… pronto a difendere la scelta delle aziende partecipate…”. “Le hanno chiamate, ha detto Pericu, le scatole cinesi del sindaco. Ecco le mie scatole cinesi sono tutte in pareggio o in attivo…”. Sarà, ma non toglie che il sindaco e tutta l’amministrazione sono stati chiamati, per quanto attiene alle “Partecipate” ad una maggiore trasparenza anche dall’ultima Finanziaria dove le società e i consorzi partecipati trovano un sistema informativo obbligatorio e dettagliato che deve essere sottoposto a pubblicità ampia (Sole 24 Ore, 8 gennaio ’07).
Categoria: Politica
-
Partecipate/2 – Il match di TONO col Tennis Club
La notizia è su Repubblica del 15 febbraio scorso. Argomento: il Tennis Club cambia padrone. L’esclusivo circolo tennistico, grazie alla società Orti Sauli, è impegnato nell’acquisto dei terreni di proprietà comunale, su cui sono costruiti i suoi cinque campi da tennis, un grande posteggio e gli edifici della sede e del ristorante della società stessa.
-
Linguaggio politico – L’elevata diatriba su chi fa schifo
E’ possibile che a qualcuno sia sfuggito perché non tutti i lettori arrivano in fondo al resoconto di una riunione di partito; e la “perla” era proprio nell’ultima riga, dove si riferiva (Secolo XIX del 6 marzo) l’exploit di Biasotti all’inaugurazione del point di Forza Italia per le prossime amministrative: dopo il Comune e la Provincia “sarà facile riprenderci la Regione, liberandola -ha sentenziato l’ex governatore- da questa sinistra che fa schifo”. Espressione elegante ma niente affatto originale, essendo solo una ripetizione della precedente invettiva rivolta a Berlusconi dal segretario dei comunisti italiani, Diliberto.
-
Trovate – Un pensatoio alla Camera ci mancava proprio
Dove pensiamo? Esiste un luogo nel quale le nostre idee prendono corpo meglio che in altri? Per strada forse? O davanti a un caffè? E quando si tratta di pensare al “senso dell’esistenza” e ai conflitti che affliggono il mondo, abbiamo a nostra portata uno spazio dove meditare?
-
Amministrative/1 – Erzelli, per cominciare a parlare di cemento
Fino alla settimana scorsa la campagna elettorale ha vissuto sui sorrisi dei candidati e su alcuni modesti confronti tra loro. Ai margini, ma non troppo, i clan: professionali, politici, territoriali e buon ultimo quello accomunato dal mezzo di trasporto. Si tratta dei motociclisti che, acquisito di fatto il diritto a circolare oltre la doppia striscia centrale, vogliono conquistare, de iure, quello di utilizzare le corsie gialle: hanno dichiarato che voteranno per il candidato sindaco che gliele riserverà!
-
Amministrative/2 – Il partito trasversale attorno al mattone
Di operazioni, anzi speculazioni, immobiliari ha scritto Adriano Sansa su Repubblica del 9 marzo. Parla della torre di Fuksas a Savona e, specialmente, del processo inesorabile con cui le aree di pregio vengono sottratte alla comunità e consegnate alla speculazione; risorse di tutti cedute a pochi in nome del “sovrano mattone di cui un partito trasversale si serve”. Partito trasversale di cui anche la sinistra -“indecorosa” e propensa al “pateracchio”- fa parte. Dopo aver lasciato ad altri le battaglie contro l’inquinamento, la speculazione edilizia, le comunicazioni paralizzate, considerati ormai segni d’un patetico attaccamento al passato.
-
Comune & C./1 – Le società partecipate senza partecipazione
“Società partecipate”: intanto è già un bel nome. Perché dà l’idea della democrazia (ricordate la canzone di Gaber “La libertà è partecipazione”?). Poi sembra che abbiano contribuito a migliorare la finanza dei Comuni. Che erano diventati dei carrozzoni dove le spese del personale assorbivano tutto il bilancio. Invece con le “partecipate”, quote di risorse finanziarie e umane sono state predestinate a servizi, infrastrutture, progetti economici vari e così sottratte alla voragine comunale. L’intenzione era buona e i risultati, dicono gli amministratori di tutta Italia, sono stati ottimi. Il comune di Genova, per esempio, aveva, fino al 1996, 80 direzioni generali e affogava nella burocrazia laddove ora le stesse sono ridotte a 15 e “le cose funzionano egregiamente”.
-
Comune & C./2 – Ma chi controlla i controllori?
Chi sono i manager (ma non mancano i portaborse, i tirapiedi e i riciclati) chiamati a Genova a dirigere o partecipare al governo delle “partecipate”, a quali clan politici, partitici e d’affari appartengono?
Il Comune di Genova in 18 delle società che ha figliato provvede a 58 consiglieri su 103 (Secolo XIX, 9, 10, 14 febbraio ’07). Come? Pagando 350 mila euro l’anno alla voce presidenti, 900 mila amministratori delegati, 435 mila senza grado. Per un totale di un milione e 685.000 euro lordi (annualmente, ai singoli presidenti tra 10 e 80 mila euro, agli amministratori delegati tra 30 e 200 mila, ai consiglieri una media di 7.600 euro l’anno). -
Incomprensioni – L’ermetismo di Burlando favorisce la sordità
“Spiegherò a Prodi che deve cominciare a occuparsi di più del Nord Ovest dove ci sono territori che stanno diventando decisivi per il paese”. Sono più o meno le parole pronunciate da Burlando alla vigilia delle primarie (Repubblica, 31 gennaio 2007). L’ora del Nord Ovest è arrivata, dice Burlando, mentre noi stiamo qui ad attardarci in beghe da paese. La “opinione pubblica” e molti dei protagonisti della politica locale, vittime del loro stesso municipalismo, trattano ad esempio Erzelli o Iit come questioni locali senza coglierne la capacità di indurre ulteriori dinamiche. E di esempi, aggiunge Burlando, se ne potrebbero fare altri. Esempi di una pericolosa miopia che oggi impedisce di vedere come “per Genova e la Liguria questo è un momento molto simile al ’90-’92 quando l’opinione pubblica, la stampa, non capivano cosa stava accadendo e le Colombiane si risolsero in una riprovazione”.
-
Primarie – Da evento partecipativo a rito di sottomissione
Dopo un’attenta lettura dei quotidiani cittadini, qualche riflessione pare doverosa.
Primo: perché alcuni fatti sono tanto sottovalutati, da scomparire? Nel 2005 votarono alle primarie per il candidato premier, nei 71 seggi di Genova città, 61.706 elettori. Il 4 febbraio scorso se ne sono presentati 35.296. Una diminuzione di 26.410 votanti, pari al 42,8%, è da considerarsi fisiologica? Tutti i giornali hanno snobbato la questione, si sono affrettati a proclamare l’affluenza un successo. Siamo certi che sia così? Che sia normale un simile scarto? Che non sia un sintomo di una qualche delusione in una parte dell’elettorato di sinistra? I politici, si sa, coltivano solo certezze, ma i giornalisti?