S’intitola “Sragione di Stato” (BUR 2006) e parla di “deviazioni, intrighi e complotti di un passato mai chiuso”. E nelle parole “mai chiuso” c’è la ragione del libro. Non può approdare alla normalità la vita politica di un paese che non ha diritto alla verità. Un paese costretto all’ignoranza su vicende terribili che hanno travagliato la sua vita negli ultimi 40 anni – a cominciare dalle stragi impunite – avvilito da depistaggi e con armadi pieni di segreti di stato.
Categoria: Politica
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Anno Zero – Più di Travaglio poté Cuffaro
Un’Auditel capace di misurare anche le reazioni meno superficiali del telepubblico avrebbe colto un diffuso senso di indignazione e sgomento, di fronte allo spaccato della realtà siciliana, messo in scena nell’ultima puntata di “Anno zero”, protagonista Cuffaro, officiante Santoro.
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Urbanistica/2 – Una spallata che scuote le lobby del cemento
Il Corriere Mercantile in questi giorni ospita un acceso dibattito sull’urbanistica in città e sul futuro sindaco. Lo provoca l’architetto Giovanni Spalla con una intervista (15 novembre): “L’amministrazione comunale deve modificare radicalmente le politiche di gestione del territorio e io credo che l’unica persona in grado di portare aria nuova a Palazzo Tursi e di mettere al centro la cultura del territorio sia Marta Vincenzi”. Servono forti segnali di discontinuità perché – afferma Spalla – il Comune deve tutelare il patrimonio pubblico nell’interesse di tutti i cittadini, mentre adesso è alla mercé dei privati.
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Quirinale – La presunta fisiologia dello sdoganamento
La pagina 24 di Repubblica di venerdì 3 novembre, oltre a registrare su quattro colonne con tamburo l’ok dei gesuiti (a quanto pare indispensabile…) al trio di “laici teneri” Amato-Rutelli-Pera, riporta alcune dichiarazioni del presidente della Repubblica. Si apprende così che, intervistato recentemente da Bruno Vespa, Giorgio Napolitano considera “fisiologico” che un giorno il suo posto venga occupato da un uomo di destra atto a “rappresentare tutto il paese”.
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Trovate – E don Baget rilancia il boccone Scajola
L’ultima trovata di don Baget Bozzo, che meriterebbe il silenzio se il Decimonono, in nome dell’equidistanza vantata dal Giornale non gli avesse assegnato una collaborazione che qualche consenso a destra lo frutta, è l’opportunità di ricreare l’asse Scajola- Biasotti, ancora fortemente incrinato, se si vuole portare a Tursi un sindaco di destra (Biasotti).
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Trasparenze – Sugli affari Carige il silenzio è d’oro
Ci hanno messo 9 giorni, poi hanno parlato. Quelli dello zoccolo duro, la proprietà della Carige; che si chiama Fondazione Carige che poi fanno tutt’uno con i vertici che dirigono la banca ma hanno il compito di renderla non scalabile; “blindata” è la parola. Sono il pacchetto di maggioranza. Il cuore e il portafoglio.
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Partiti – Un sindaco cattolico ma senza tessera
La richiesta per un sindaco di Genova “cattolico” da parte del segretario ligure della Margherita, oggi pubblicata da un giornale cittadino, con la motivazione che dopo un’era durata oltre vent’anni di sindaci “non cattolici”, toccherebbe a lui indicare un nome, sarebbe quasi divertente se non ci fosse di mezzo il futuro della città. la quale è fatta anche di cattolici, ma sicuramente da altrettanti – se non di più – appartenenti a fedi e confessioni diverse o totalmente atei.
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Carige/1 – Chi ha parlato la pagherà
A una settimana dall’articolo del Corriere della Sera sulla Carige, un lungo editoriale (“Silenzi e bisbigli sul caso Carige”) su Repubblica-Lavoro (30 ottobre 2006) si interroga sul perché di fronte alle notizie bomba fornite dal Corriere, e l’inchiesta in merito aperta dalla Procura, a Genova quelli che contano facciano finta di niente. La dirigenza politica è piuttosto impegnata a discutere di come dividersi il potere, le cariche, le candidature.
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Carige/2 – Solo la voce di Sansa nel silenzio dei big
Per dire lo stato di prostrazione, morale e poi politica, in cui versa la città, basta il silenzio imbarazzato, anzi timoroso (al Sud sarebbe automaticamente omertoso) che ha fatto seguito all’inchiesta del Corriere della Sera sulle manovre poco trasparenti dei vertici Carige. La massimo istituzione economico-finanziaria di Genova, cassaforte dei risparmi dei genovesi, accusata da un’inchiesta del Corriere di essere in affari con uno spregiudicato (e pregiudicato) faccendiere internazionale, di fiancheggiare i “furbetti del quartierino” in accordo col governatore Fazio e il fido Grillo, di nepotismo e di discutibili vocazioni immobiliari, non sembra una notizia tanto normale, come farebbe pensare la mancanza di qualsiasi reazione da destra e da sinistra. Né il sindaco, né il presidente della Regione e della Provincia hanno voluto azzardare un commento, una parola.
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Comunali – Servito il pastroccio delle “preprimarie”
Con il consenso tacito o esplicito di tutte le forze politiche genovesi sta andando in porto l’operazione fortemente voluta dal partito trasversale degli affari. Ognuno ha fatto la propria parte. I Ds utilizzando il “metodo Telecom” (consistente, per chi non lo sapesse, nel controllo dell’azienda attraverso una catena di partecipate); l’Ulivo (o Partito Democratico allo stato nascente) tacendo o assentendo (Tullo, segretario Ds:”Molto meglio separare le due vicende: come l’Ulivo affronterà il dopo Pericu e dove sta andando il Partito Democratico” intervista pubblicata dal Secolo XIX, 9 ottobre); il nuovo rassemblement di sinistra (Prc, Pdci, ex Correntone Ds, ora “Unione a sinistra”) proponendo un candidato di bandiera, forse la miglior scelta possibile come qualità della persona, ma certamente non tale da impensierire il candidato Ds.