Urbanistica/2 – Una spallata che scuote le lobby del cemento

Il Corriere Mercantile in questi giorni ospita un acceso dibattito sull’urbanistica in città e sul futuro sindaco. Lo provoca l’architetto Giovanni Spalla con una intervista (15 novembre): “L’amministrazione comunale deve modificare radicalmente le politiche di gestione del territorio e io credo che l’unica persona in grado di portare aria nuova a Palazzo Tursi e di mettere al centro la cultura del territorio sia Marta Vincenzi”. Servono forti segnali di discontinuità perché – afferma Spalla – il Comune deve tutelare il patrimonio pubblico nell’interesse di tutti i cittadini, mentre adesso è alla mercé dei privati.


Esempi? Il modo in cui è stata applicata la norma del Piano urbanistico comunale (Puc) sul trasferimento di volumi, per cui sarebbero i privati a decidere dove e che cosa demolire e costruire, le trattative che l’assessore Margini avrebbe aperto con le Ferrovie (costruzione di un grattacielo vicino al Palazzo del Principe), le pressi oni improprie esercitate dal presidente della regione Burlando per trasferire la facoltà di Ingegneria agli Erzelli. Immediata la replica dei diretti interessati.
L’assessore allo sviluppo economico Mario Margini dice che serve “l’innovazione, non la discontinuità”, vede “il rapporto fra pubblico e privato in un equilibrio di interessi” e smentisce l’accusa di permettere alle Ferrovie la costruzione del grattacielo (“ho detto che su quella proposta non eravamo d’accordo”). L’ente pubblico non deve avere un ruolo dirigistico rispetto ai privati, ma osserva che è stata l’amministrazione comunale a scegliere di spostare il baricentro della città a ponente, attraverso le operazioni di Iit, Erzelli e delle aree di Cornigliano. In questa scelta si sono poi inserite anche proposte di privati. Sugli Erzelli “so che c’è chi adombra il rischio che questa operazione possa “debordare” dal punto di vista immobiliare: rischi ovviamente ce ne sono e bisogna vigilare” (17 novembre).
L’assessore all’urbanistica Bruno Gabrielli risponde duramente alle affermazioni di Spalla: “Sono affermazioni gravi, prive di alcun sostegno di dati di fatto”. Respinge che ci siano scelte localizzative fatte sotto la pressione dei proprietari delle aree: “un falso senza dimostrazione alcuna”. La norma sul trasferimento di volumi (correlata al PUC adottato nel 1997) “è una norma costruita a favore della collettività e aggiunge che si potevano adottare altre ipotesi pianificatorie , ma si è dovuto gestire ciò che era stato già deciso.
Ultimo (per ora) a entrare nel dibattito è Andrea Agostini (Lega ambiente) che accusa l’amministrazione di fare un uso distorto della delibera del Comune sul trasferimento dei volumi e denuncia che il provvedimento che dimezza la volumetria trasferibile è stato fatto con un incomprensibile ritardo “che nei fatti ha tutelato gli speculatori”, svuotandolo di sostanza. Per quanto riguarda la vicenda degli Erzelli, Agostini ricorda che “la nostra associazione ha paventato l’ennesima operazione speculativa in un’area delicata del ponente genovese e nei fatti, di variazione in variazione, la faccenda ha preso quella piega: niente nuova occupazione di qualità, niente parco urbano più grande della città, supermercati e residenze gestite dalle solite immobiliari milanesi e, tocco finale, necessità di trasferire Ingegneria agli Erzelli con notevolissimi costi aggiuntivi per il pubblico erario” (18 novembre).
Oscar Itzcovich