I corrispondenti delle più importanti testate straniere (El País, Die Welt, Le Monde, The Independent ma non solo) hanno scritto, prima del risultato delle elezioni italiane, che – in caso di vittoria – il centro sinistra avrà bisogno di almeno un anno e mezzo per correggere le principali mostruosità legislative del governo passato. Ma che ce ne vorrà sicuramente di più per cominciare ad affrontare la massa di problemi irrisolti o lasciati a macerare e che richiedono, come aveva osservato Prodi all’inizio della campagna elettorale, “riforme radicali”. Tra queste, e più importante di tutte, quella di una informazione libera, sottratta al controllo dei partiti, dei cartelli elettorali, dei monopolisti.
Categoria: Informazione
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Storie antiche – Servono a distrarre i grandi duelli
Dopo il ciclone Sanremo, si sta abbattendo sui giornali lo tsunami “confronti elettorali”. Da almeno una settimana la stampa dedica la maggior parte dello spazio riservato alla politica italiana a quanto avviene in tv. Prima è imperversato il “caso” Berlusconi vs. Annunziata (o viceversa), poi lo scontro Berlusconi – Prodi davanti a Mimun. Ora lo spettacolo inscenato in Confindustria. Il confronto elettorale si risolve in un torneo, come nel medioevo, quando i campioni si affrontavano lancia in resta per decidere la sorte della bella di turno.
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RAI & SSN – Chi può mettere un freno ai padroni dei partiti?
Sono rimasto impressionato dalla frase conclusiva del corsivo di Paolo Lingua sul “Repubblica-Lavoro” di venerdì scorso (3 marzo): “Non ci sono più buoni e cattivi, ma solo piccoli mascalzoni furbastri”. Il riferimento è ai partiti, di destra come di sinistra. L’articolo era intitolato “L’utero in affitto dei partiti. I nuovi mostri elettorali”.
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Meridiana – C’è un tempo per evitare e uno per recriminare
Titolo: “Meridiana, tesoro abbandonato”. Occhiello: “Architettura – Viaggio nell’edificio che Viziano sta per trasformare in condominio extralusso. I locali di maggior pregio, oggi nel degrado, saranno visitabili”. Con molta disinvoltura un articolo a mezza pagina e cinque colonne presenta come recupero ciò che sembra tutto fuorché un restauro conservativo (Cambiaso e Coppedè in promiscuità con vari vani ascensori, scale e un parcheggio) e per generosa disponibilità dei futuri proprietari (consentire visite da parte del pubblico) ciò che invece è un obbligo di legge.
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Velina/1 – Informazioni riservate sulla Carige
Repubblica 19 gennaio 2006 spiega con l’entusiasmo che ci mette di solito quando parla della Carige come vengono amministrati i soldi della Fondazione Carige: palazzi, obbligazioni, e partecipazione azionarie nella banca Carige (ovviamente!) che in questo modo si riprende i soldi che lo statuto vorrebbe fossero destinati ad investimenti nel sociale e nella cultura.
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Velina/2 – Quegli innominati ospiti dell’Opus
Repubblica e Secolo del 19 febbraio scorso hanno dedicato uno spazio di attenzione a Massimo Introvigne, “avvocato, sociologo, docente universitario alla Pontificia università della Santa Croce in Roma, esperto di Islam, terrorismo e massoneria, fondatore e direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni) che il giorno precedente aveva inaugurato l’anno accademico alla “Residenza Universitaria Le Peschiere” il centro di formazione che l’Opus Dei possiede nel quartiere di Albaro.
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Miti – Ma e’ un sacrilegio spegnere la fiamma?
Nei giorni scorsi ho assistito – su diversi TG della RAI – ad un servizio sulle vicissitudini della fiamma olimpica di passaggio in Val Susa. I fatti:
una bandiera del movimento antiTAV ha sfiorato il tedoforo e relativa torcia. I commenti: “minacciata la fiamma di Olimpia (sul punto di spegnersi!)” grave colpo d’immagine e sdegno da parte di tutti (compresi alcuni portavoce del movimento antiTAV). -
Informazione – Su Grillo&Carige silenzio-stampa
L’agiografia -“esaltazione di avvenimenti o personaggi storici”- è un genere particolarmente coltivato dalle pagine locali di Repubblica, impegnate ormai da tempo a dare lustro a industriali, banchieri, finanzieri locali, presentati come benefattori di una regione un po’ disastrata che solo grazie a loro sta recuperando terreno. Una delle pratiche più frequenti di questa operazione si chiama “autointervista”, grazie alla quale l’interlocutore di turno risponde a domande prefabbricate. Cioè le domande richieste da lui stesso o quelle che il benevolo intervistatore gli rivolge ben attento a non metterlo in imbarazzo.
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Ponte Caffaro – Il Mostro più forte di ricorsi e appelli
Caro Osservatorio OLI, sono un vostro lettore ed estimatore e come residente di fronte al Mostro di Ponte Caffaro vorrei chiarire alcuni punti trattati nell’articolo “Il Mostro di Ponte Caffaro andava fermato” a firma di Camillo Arcuri sull’ultima newsletter.
Non è vero che nessuno abbia mosso un dito, noi abitanti di via Cancelliere e Passo Barsanti abbiamo inoltrato 4 esposti attraverso il nostro legale al Sindaco e agli assessorati competenti, abbiamo raccolto un centinaio di firme, abbiamo commissionato a un architetto le simulazioni dell’impatto dell’opera e le abbiamo pubblicate sul nostro sito internet passobarsanti.org, abbiamo partecipato ad innumerevoli riunioni del consiglio di quartiere (il cui presidente Bellezza, per la cronaca, si è sempre rifiutato di riceverci), e all’Assessorato all’Urbanistica. -
Trasparenza – Il mostro di Ponte Caffaro andava fermato
Il mostro -come le cronache attuali si ostinano a chiamare impropriamente il maniaco che aggredisce le ragazzine in ascensore- non sempre è così inafferrabile, da dovergli mettere una taglia sulla testa, secondo i riti western che tanto piacciono alle leghe di casa nostra. Prendiamo il mostro di cemento, questo sì un vero mostro, di ponte Caffaro: certo che poteva essere fermato, ma nessuno ha mosso un dito. Si tratta, come i genovesi ora possono vedere, di un autosilo di quattro piani che aggredisce con la violenza di un tirapugni la scenografia ideata dal Barabino per costruire la circonvallazione a monte.