Free press, stampa gratuita o libera. Si fa per dire. Certamente libera dalla necessità di dover ogni giorno conquistare lettori motivati a spendere un euro e a compiere quel minimo di attività psico fisica necessaria per trasportare se stessi alla edicola più vicina, operare una scelta (compro Repubblica? La Stampa? Libero? Il Secolo XIX? Perché questo e non quello?) e articolare la richiesta all’edicolante.
Categoria: Informazione
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Immigrati/1. Una stampa più attenta?
Anni fa avevo provato ad analizzare i titoli degli articoli del Secolo XIX sul tema immigrazione, confrontando il trimestre Gennaio – Marzo del 1993 (anno di grandi tensioni) con lo stesso periodo del 1999, alla ricerca di qualche riflesso della città in mutamento.
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Informazione. “Leggo” gratis ma che cosa?
Da un po’ a Genova è arrivato “Leggo”, il giornale distribuito gratuitamente per strada, con redazioni a Roma, Milano, Torino, Napoli, Veneto, Bari e servizi di cronaca anche per Genova, Bologna e Firenze. Tiratura: 1.050.000 copie. Vale dunque la pena darci un’occhiata.
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Censura Rai. Se il pope benedice la pulizia etnica
Pochi l’avranno notata, forse, ma la manipolazione compiuta dal TgUno delle 13,30 di venerdì 3 giugno, merita una citazione. Preceduto dal fatidico annuncio, “e ora vi mostriamo un documento di eccezionale drammaticità”, va in onda un filmato sulla mattanza etnica di Srebrenica: si vedono alcuni prigionieri musulmani, tutti giovani, ragazzi, condotti in un bosco con le mani legate ed eliminati a colpi di mitra da boia con la divisa dell’esercito serbo.
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Il Secolo XIX/1. Un giornale pieno di leggerezza
Che cosa succede al Decimono? Uscito in questi giorni, «“Il Secolo XIX”. Un giornale e una città 1886-2004» (Ombretta Freschi, Laterza, euro 24), è un vasto lavoro di ricerca che, come osserva Valerio Castronovo nella prefazione, è “ricco di annotazioni illuminanti”. Quattrocentodieci pagine utili per sapere del passato, ma non per capire cosa accade e sta accadendo (forse anche cosa accadrà) al vecchio Decimonono.
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Il Secolo XIX/2. Le donne che fastidio in redazione
Il cambio è stato traumatico anche all’interno e “l’esterno” molto spesso non riesce a leggere che cosa accade dentro ai mezzi di informazione nei momenti in cui cambiano i direttori e gli assetti dirigenziali. Il lavoro di Ombretta Freschi ci aiuta, ma solo in parte, a decifrare che cosa accade nella redazione del Decimonono.
Il nuovo corso del Decimonono mosse i primi passi già nell’epoca Di Rosa. -
Inchieste. La vita non è solo marketing
“Non so se avete presente il piacevole imbarazzo di trovarsi seduti al tavolino di un bar di piazza Soziglia, circondati da una mezza dozzina di ragazze di origine colombiana, tutte straordinariamente carnose e così poco vestite. Sonia, Karla, Paola, Teresa, Luz, Myriam, equamente divise tra bianche, nere e mulatte: saranno poi veri nomi? Che importa. Di sicuro c’è che lavorano nelle cosiddette “alcove” che circondano via Garibaldi”. Da La Repubblica – Il Lavoro di sabato 21 maggio, di Massimo Calandri.
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Giornalisti embedded non solo all’estero
Sedici persone da FNAC ad ascoltare, lo scorso 20 Maggio, la presentazione del libro “Storie di frontiera” di Paolo Odello, giornalista indipendente. L’autore e il libro vengono introdotti da Marcello Zinola, giornalista del Secolo XIX. Si parla non solo delle frontiere tracciate tra nazioni diverse, ma di quelle, invalicabili, tracciate dalle parole: Precario. Immigrato. Spacciatore.
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Prima pagina. Fatela finita con Scajola
Non passa giorno che i quotidiani locali (“Secolo XIX” e “la Repubblica-Il lavoro”) non facciano a gara a chi meglio corteggia il ministro Scajola. Ogni pretesto è buono per parlare di lui: se fa qualcosa o se non fa, se dice o se disdice, i nostri giornalisti si danno un gran daffare per proporci quotidianamente il bieco faccione, come se si trattasse di un nume tutelare che va tenuto buono e incensato con una certa regolarità.
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Referendum. Scandalo è il silenzio non la copertina
Non è in discussione il diritto di esortare i propri fedeli ad adeguarsi alla dottrina, ma la presa di posizione del cardinale Ruini, presidente della Cei, di schierare ufficialmente la chiesa cattolica con l’astensione al voto e far fallire la consultazione, in aperta violazione del Concordato Lateranense, è stata da molti e non a torto considerata uno scandalo.