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  • Informazione – Al Tg uno il regime non è mai finito

    A oltre sei mesi dalla nascita del governo, credo che dovremmo tentare un bilancio su cosa è cambiato nell’informazione televisiva. Disgraziatamente mi sembra che non sia cambiato niente. Le maggiori testate (penso soprattutto allo strategico TG1 del seminarista Riotta) continuano a essere sotto scacco del modello berlusconiano di informazione drogata a senso unico: quando parla Lui, il lavoro sulla notizia per enfatizzarne la portata e nasconderne le pieghe è straordinario. Quando dice spropositi, vengono ammorbiditi e subito silenziati.

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  • Service-press/1 – Giornalisti insostituibili ma meglio se remoti

    Italy Today, il nuovo quotidiano free press in lingua inglese da distribuire a Milano nei luoghi più frequentati da stranieri (aeroporti, stazioni, alberghi, centri commerciali), è un progetto che con ogni probabilità non sarà mai realizzato. In realtà è un quotidiano immaginario che è servito al suo ideatore, Pietro Stefanino, un giornalista di Diario, a misurare fino a che punto l’industria editoriale si è trasformata. Punto chiave del progetto è quello di delegare in outsourcing la esecuzione di alcune sezioni (economia, esteri) e la revisione di tutte le altre sezioni redatte in inglese da personale italiano a un’azienda di servizi editoriali localizzata in India. I prezzi dell’offerta dell’azienda indiana sono più che abbordabili: 360 euro per la revisione e 35 euro ogni 500 parole per i pezzi di economia ed esteri. Tutto in tre ore dal momento in cui arriva il materiale. Garantite per contratto (Diario, settimana del 19 gennaio 2007).

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  • Service-press/2 – Il libro bianco sul lavoro nero

    “Ho sempre sognato fare il/la giornalista”. Più che un sogno è diventato un incubo. Stante il “Libro bianco sul lavoro nero”, a cura della Federazione nazionale della stampa, Fnsi (Centro documentazione giornalistica, dicembre 2006, euro 18,00). L’immagine di una professione romantica e privilegiata, anche economicamente, sembra ormai anacronistica.

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  • Affari di Stato – Senza legge sul segreto, solo compromessi

    Dalle poche e frammentarie, soprattutto incomprensibili, notizie che vengono rese note sulla riforma dei servizi segreti, si apprende che il governo ha stoppato la ristrutturazione proposta dal Copaco (Comitato parlamentare di controllo degli 007). E ciò con grande disappunto di Claudio Scajola, il fallimentare ministro degli interni berlusconiano messo a capo del Copaco stesso. Sarebbe deludente se su questo capitolo, cruciale per la sicurezza democratica, si arrivasse a nuovi compromessi coi portatori di interessi poco limpidi, come fa presagire il fatto che oggi risulti desaparecida la legge -sempre attesa- per la gestione del segreto, la sola in grado di mettere ordine nell’intricata materia.

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  • Evangelico – Maternità silurata a mezzo stampa

    “Come Regione abbiamo ipotizzato il superamento del reparto di Ostetricia dell’ospedale Evangelico…perché mossi dall’obbiettivo di garantire condizioni massime di sicurezza, che in questo caso mancavano per l’assenza della rianimazione” (Corriere Mercantile, 18 gennaio). Nessun problema di sicurezza: il servizio di ostetricia dell’ospedale Evangelico “funziona bene e in sicurezza” (Corriere Mercantile, 19 gennaio). Così, l’assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo smentisce Claudio Montaldo il giorno dopo. Ma non importa: il reparto di ostetricia, ginecologia e neonatologia verrà comunque chiuso. E’ previsto dalla “seconda fase” del suo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera ligure. Un piano che nessuno conosce.

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  • Partecipazione – Il silenzio e le voci degli innocenti

    Il tema del dibattito – l’invito arriva via mail – “Prove tecniche di partecipazione e nuove municipalità”, al circolo “I Carruggi” del 22 gennaio (ore 17), organizzato dallo schieramento che sostiene Sanguineti, è ghiotto: fin troppo ricco (sette relatori, tutti di spessore, più il moderatore). L’affollamento dei temi (dalla crisi dei partiti e il rinnovamento della politica, fino alla valenza partecipativa delle nuove Municipalità) è a rischio di congestione. E non è una pratica da sbrigare e chiudere in fretta. L’ultimo intervento del dibattito, dalla platea, lo conferma. Chiede di riprendere in maniera più articolata gli argomenti passati in rapida rassegna. L’occasione è da non perdere, dice, specie a fronte del confronto politico in corso in città: desolante e affetto da personalismi.

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  • Ricerca civile – Cominciare dal senso del bene comune

    Non par vero che si possa parlare di politica a Genova. Non par vero che si riesca a farlo senza depliant che promuovono il tale, senza apparato, facce, giornalisti, cameraman. Ma succede nella nostra città per il secondo anno. La scelta è quella di tornare a dare un senso alle parole, come fossero scheletro sul quale immaginare un corpo di società.

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  • Saldi – Un Secolo migliore delle pagine gialle

    Le citazioni riportate di seguito sono fedeli all’articolo originale; si è deciso però di sostituire i nomi di marche, negozi e strade con pseudonimi di fantasia (in corsivo nel testo).
    Giovedì 25 gennaio. C’è aria di shopping in giro, saldi, ribassi, cestoni di merci a prezzi ammalianti, paradisi endorfinici di fine stagione; ma le porte di essi restano sbarrate per chi, precario, co.co o co.pro, ha a che fare con personali manovroni finanziari per arrivare alla fine del mese. Addio al futile, ma un euro per conoscere cosa accade in città è proprio indispensabile, per formare l’opinione e rendersi consapevoli dei conflitti sociali in atto, quindi vado in edicola e compro, fiduciosa, il giornale.

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  • Carige – Baci e abbracci in Fondazione

    Cinquecento parole sono il massimo consentito dalla nostra newsletter per un articolo. Argomento: le ultime vicende della Fondazione Carige che detiene oltre il 40% delle quote della banca omonima e ne è pertanto il principale azionista. Regola aurea: quando le notizie si assiepano partire dalla fine. Sapendo come finisce una storia risulta più facile individuare gli antefatti. La fine è che il 15 gennaio scorso il Consiglio di indirizzo ha eletto all’unanimità – per la prima volta dopo anni – il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione. Nel Consiglio, dove la maggioranza è largamente di centro destra (7 seggi), il centro sinistra avrebbe potuto avere 3 invece che 2 rappresentanti. Ma ha fatto omaggio – solo nei giorni successivi se n’è capito il significato – di uno dei suoi posti alla Curia; così il cardinale ci ha messo un suo vice.

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