Categoria: Città

  • Ponte Caffaro – Il Mostro più forte di ricorsi e appelli

    Caro Osservatorio OLI, sono un vostro lettore ed estimatore e come residente di fronte al Mostro di Ponte Caffaro vorrei chiarire alcuni punti trattati nell’articolo “Il Mostro di Ponte Caffaro andava fermato” a firma di Camillo Arcuri sull’ultima newsletter.
    Non è vero che nessuno abbia mosso un dito, noi abitanti di via Cancelliere e Passo Barsanti abbiamo inoltrato 4 esposti attraverso il nostro legale al Sindaco e agli assessorati competenti, abbiamo raccolto un centinaio di firme, abbiamo commissionato a un architetto le simulazioni dell’impatto dell’opera e le abbiamo pubblicate sul nostro sito internet passobarsanti.org, abbiamo partecipato ad innumerevoli riunioni del consiglio di quartiere (il cui presidente Bellezza, per la cronaca, si è sempre rifiutato di riceverci), e all’Assessorato all’Urbanistica.

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  • Trasparenza – Il mostro di Ponte Caffaro andava fermato

    Il mostro -come le cronache attuali si ostinano a chiamare impropriamente il maniaco che aggredisce le ragazzine in ascensore- non sempre è così inafferrabile, da dovergli mettere una taglia sulla testa, secondo i riti western che tanto piacciono alle leghe di casa nostra. Prendiamo il mostro di cemento, questo sì un vero mostro, di ponte Caffaro: certo che poteva essere fermato, ma nessuno ha mosso un dito. Si tratta, come i genovesi ora possono vedere, di un autosilo di quattro piani che aggredisce con la violenza di un tirapugni la scenografia ideata dal Barabino per costruire la circonvallazione a monte.

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  • Waterfront – Posti di lavoro e posti barca

    Secolo XIX del 12 ottobre 2005: “Burlando indica la linea per la Liguria: nuovi posti ma senza speculazioni”. Non si tratta di posti di lavoro ma di posti barca. Che vanno costruiti, ha detto il presidente della Regione, senza farsi attrarre dalle lusinghe della speculazione.

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  • Acquasola – Condanna con requiem da Maniglio Calcagno

    Giovedì 12 gennaio 2006, dibattito pubblico alla facoltà di Scienze della formazione “sulla costruzione di un parcheggio al parco dell’Acquasola”. Piatto ghiotto: 13 protagonisti di prima fila tra assessori comunali e regionali, più presidenti di commissioni importanti. Per la così detta “società civile” l’unica voce ammessa è quella di Andrea Agostini di Lega ambiente. Gli altri possono solo ascoltare. Il 13 gennaio, solo il Secolo XIX dedica una nota all’evento. Repubblica-il Lavoro si limita a poche righe in un pezzo dedicato ad altro.

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  • Parcheggi/2– Problema o soluzione il trasporto pubblico?

    Il mio atteggiamento verso i parcheggi in città discende da queste constatazioni.

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  • Erzelli – Technology Village comincia dalle torri

    AAA Erzelli garage cercasi. A due giovani ingegneri elettronici appena laureatisi con 110 e lode sconsiglio vivamente di mettere questo annuncio per far fruttare il loro talento. Vorrei ricordargli che William Hewlett e David Packard, fondatori della mitica HP nel 1939, all’inizio della loro avventura nel settore high tech, scelsero a Palo Alto il piccolo garage situato sul retro della casa dove uno di loro abitava con la moglie, perché quel “buco” non costava niente. La stessa casa era stata scelta per il suo basso affitto, pare 45 dollari al mese.

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  • Resistenze – L’Acquasola in Europa grazie ai ribelli

    Gli amministratori di Genova non devono essere troppo orgogliosi dello spazio concesso dal mensile “Il mio giardino” al genovese parco dell’Acquasola.

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  • Acquasola – Chi semina parcheggi raccoglie traffico

    Se ci fosse stato Monet forse l’avrebbe dipinto, il genovese parco di Sherwood, sabato 15 ottobre. Avrebbe ritratto il piccolo gruppo che preparava il corteo ai tavolini del chiosco, con i bambini che giocavano nei raggi del sole filtrati dagli alberi. Avrebbe saputo cogliere i tratti più rilassati di coloro che, nel comitato per la difesa dell’Acquasola, sentivano di aver vinto una battaglia.

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  • Non solo calcio. La radicalizzazione rossoblucerchiata

    Non so se si è fatto caso che per le strade, nei bar, sul lavoro, sempre più persone indossano catene, braccialetti, doppi caschi, sciarpe, berretti, maglie inneggianti alle due squadre cittadine, oppure che tantissimi espongono su moto e macchine, zaini e tracolle, addirittura tatuati sui bicipiti, loghi canonici del tifo rossoblucerchiato.

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